NUMERO PAGINE: 206.
GENERE: Romanzo autobiografico
PRIMA EDIZIONE: (Sperling & Kupfer Editori) 2007.
Il cervello si attiva, invece, quando l'autrice fa un discorso bellissimo sul senso di colpa. Su quale sia la colpa a non vivere con una persona che non ricorda più dove si trova, chi ha affianco e perché. Che colpa si può avere per una disgrazia del genere?
E' un libro bello, ma onestamente visto i cani in copertina mi aspettavo più una storia su di loro e meno sulle persone: ovviamente non si sceglie un libro dalla copertina, ma qualche volta pure io ci casco. Sono in ogni caso contenta di averlo letto.
TRAMA:
Abigail è sposata da tredici anni con Rich, quando suo marito una sera non fa ritorno dalla passeggiata con il cane. Nell'ascensore solo Harry, che la fissa spaventato. Da lì in poi la corsa verso la strada, l'incidente, il marito sul marciapiede con il cranio aperto e sangue ovunque.
La riabilitazione di lui, lo scoraggiamento di lei nel vedere che non ci sono miglioramenti, ma momenti di lucidità sostituiti in fretta dalla rabbia, dalla passività e dallo smarrimento di lui.
Ma un sostegno Abigail lo trova dapprima nel suo cane Harry, e in seguito anche dagli altri due cani che successivamente decide di adottare.
La storia di una vita, con il suo dolore, la sua accettazione e il suo interrompersi bruscamente per poi riprendere. Il dramma di una donna che deve ricominciare a vivere nel quadro che la vita, dopo l'incidente di Rich, le ha imposto.
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