" Le autorità di Venezia fecero rispondere che le condizioni sanitarie della città non erano mai state così buone, e adottarono misure necessarie per combattere il male. Ma probabilmente i cibi erano ormai infetti, la verdura, la carne o il latte, perché la morte, negata e occultata, si propagava nelle calli anguste, e la canicola sopraggiunta in anticipo, che aveva intiepidito l'acqua dei canali, era particolarmente propizia alla diffusione del morbo."
NUMERO PAGINE: 110, compresa la Nota della Traduttrice.
GENERE: Racconto.
PRIMA EDIZIONE: 1991.
Ho letto che il protagonista di questo racconto è messo in relazione a due personaggi realmente esistiti.
TRAMA:
Lo scrittore Aschenbach arrivato a cinquant'anni ha voglia di lanciarsi all'avventura. Vuole allontanarsi da Monaco e opta per un vacanza a Venezia. Inizialmente il clima di Venezia sembra farlo stare peggio ma quando il suo sguardo cade su una famiglia polacca, si ritrova subito a pensare al loro giovane figlio maschio. Il ragazzo dall'aspetto malaticcio stimola subito la fantasia dello scrittore che immagina un loro possibile incontro. Intanto a Venezia molta gente si ammala, anche se gli abitanti dicono solo che le disinfestazioni attuate dalla polizia sono per precauzione. Ma Aschenbach riesce a scoprire che nelle strade di Venezia si è insinuato il colera, complice il caldo insopportabile che ha favorito il diffondersi della malattia. Anche se molte famiglie abbandonano la città, i polacchi e lo scrittore rimangono. Il libro si conclude con la morte dello scrittore in spiaggia mentre guarda il ragazzo che l'ha fatto sognare. Nella morte immagina di potergli finalmente parlare.
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