NUMERO PAGINE: 142, compresa una nota di Marco Belpoliti.
GENERE: Racconti.
PRIMA EDIZIONE:(Einaudi Tascabili) 2000.
Allora in realtà sono pochi i racconti incentrati sul Natale. Ce ne sono forse giusto un paio... Ovviamente quello che da il titolo alla raccolta e da cui ho tratto la frase dell'inizio del post. Una raccolta di racconti molto particolare e ricca: ce ne sono 26, in pochissime pagine (non scriverò la trama di tutti ma di quelli che mi sono piaciuti di più!) e sono di svariate tipologie: dal racconto autobiografico della guerra, a quelli fantasiosi in cui un giornalista intervista animali, a quelli fantascientifici....
L'oggettività di Primo Levi, ogni qualvolta racconta della sua prigionia, mi lascia sempre agghiacciata e frastornata.
I RACCONTI...
L'ultimo Natale di guerra: Il miracolo che si compie nel campo di sterminio di Auschwitz, dove per Natale, anche il nostro Primo riceve un pacco proveniente dall'Italia, da sua madre e dalla sorella. Contro ogni previsione, perché gli ebrei non ricevono pacchi, perché sono riuscite a scovarlo nel disordine e nell'orrore del tempo.
Amori sulla tela: Un giornalista intervista un ragno femmina, che gli confida che alle volte, dopo aver passato il periodo dell'amore, le femmine divorano il maschio che le ha fecondate.
Cena in piedi: L'originalissimo racconto di un canguro, invitato a una cena per umani: il suo disagio nell'essere diverso, nel sentirsi inappropriato in quel luogo, con la sua conformazione fisica così poco adatta all'occasione e a quel buffet elegante a cui sente di non potersi avvicinare con la grazia richiesta dal momento.
Il passa-muri: La convinzione di un uomo, costretto alla prigionia, di riuscire a diventare incorporeo in base a ciò che mangia. Si sforza per anni di bere solo brodo filtrato per poter avere la sua stessa inconsistenza e riuscire così a passare dai muri che lo tengono prigioniero.
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