venerdì 17 febbraio 2017

"Orfani bianchi" - Antonio Manzini

"<<Sono tutti orfani?>>
<<No>> disse la direttrice. <<Neanche la metà. Molti sono come Ilie. Noi li chiamiamo orfani bianchi.>>"

NUMERO PAGINE: 240.
GENERE: Romanzo.
PRIMA EDIZIONE: Chiarelettere - Ottobre 2016.

TRAMA:
Mirta è una donna moldava che lavora in Italia, come badante, presso una famiglia. Da un giorno all'altro però si trova senza lavoro, perché la donna anziana a cui badava viene portata in un ricovero. Per un po' di tempo trova un lavoro come donna delle pulizie in alcuni condomini. Improvvisamente la stufa della casa in cui abitava sua mamma in Moldavia, guastandosi, fa bruciare tutta la casa. Fortunatamente, il suo unico figlio, non si trova in casa al momento dell'incendio, ma sua madre muore.
Mirta, torna immediatamente in Moldavia, ma è disperata: chi può badare a Ilie?
Ora che non ha nessun appoggio e in Italia con sé non può portarlo, Mirta si vede costretta a lasciare il suo bambino presso un orfanotrofio. I bambini come Ilie sono chiamati "orfani bianchi", perché anche se sono all'orfanotrofio hanno dei genitori.
Con la morte nel cuore Mirta torna in Italia e riesce a trovare un ottimo lavoro, ben retribuito.
Ma purtroppo per lei, mentre tutto sembra mettersi per il meglio un'altra spaventosa calamità si abbatterà su di lei...

Il mio commento:
Un Manzini inedito quello di "Orfani Bianchi", ma che secondo me ha sempre mal celato il senso di tristezza, calamità e malinconia anche nei romanzi gialli di Rocco Schiavone.
In una parola, questo romanzo, lo definirei "troppo".
Troppo triste, troppe false speranza, troppo doloroso, troppo REALE, troppo tangibile, troppo malinconico.
Un pugno nello stomaco, che sorprende il lettore, dopo averlo brevemente illuso in una svolta benevola per la protagonista, pagina dopo pagina, in un parossismo di dolore che culmina nel drammatico e tragico finale.

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