giovedì 8 novembre 2012

Classica...MENTE parlando: "Il sogno di una cosa" - Pier Paolo Pasolini

Finalmente un classico!! Mi mancava moltissimo leggerne uno!!Devo dire però che mi sono avvicinata con timore a Pasolini... Non so perché, ma ai miei occhi emanava un aura molto grande e avevo un po' paura che mi risultasse pesante o incomprensibile la sua scrittura. Invece mi ha completamente meravigliato: leggetelo!! E' davvero un ottimo punto di partenza per capire gli anni del dopoguerra.

"Tutti urlavano e schiamazzavano, rintronati dal vino; il Nini, Egidio e Milio se ne stavano intorno a un tavolino in compagnia di un gruppo di ragazzi di San Giovanni, e avevano cominciato il finale della loro domenica; la loro allegria era però un poco forzata. Ognuno aveva molti pensieri in cuore e pochi soldi in tasca."

NUMERO PAGINE: 217.
GENERE: Romanzo classico.

Per una volta tanto, vorrei commentare la scelta della citazione che ho scelto dalle pagine di questo libro. In queste poche righe mi sono venute alla mente le mie domeniche sera, soprattutto quelle d'estate... Nelle quali sei felice di essere tra amici ma hai già il pensiero di domani, e che quella imminente sarà un'altra settimana dura, e che forse quei soldi non avresti dovuro spenderli così...
Questo libro mi è piaciuto davvero moltissimo, anche se è molto breve i protagonisti li ho sentiti molto vicini, li ho osservati crescere e stare sempre uniti. E poi dare un'occhiata indietro, nell'immediato dopo-guerra e capire quante cose diamo per scontato non è affatto male come idea per crescere un po',no?


TRAMA:
Immediato dopo-guerra. Tre amici che si conoscono nel primo capitolo del libro: Nini, Egidio e Milio. Arrivano da tre paesi vicini nel Friuli. Stanno in quest'Italia festaiola ma che non ha lavoro per loro. Decidono di partire: Nini ed Egidio in Jugoslavia e Milio in Svizzera. I primi due dopo grandi stenti e fame trovano lavoro a cui si dedicano con anima e corpo ma che li lascia delusi e affamati. Decidono, per cui di tornare a casa: anche se di lavoro non c'è nè, in Italia, un panino non manca mai. Al loro ritorno c'è anche Milio che ha deciso di tornare dalla Svizzera.
In breve i disoccupati aumentano di numero a tal punto che il comunismo del tempo invita i grandi industriali ad assumere il più possibile. In questi piccoli paesi però la legge sembra non essere passata, per cui i manifestanti si trovano per far sentire ai potenti il loro diritto al lavoro. I nostri tre amici manifestano e dopo breve trovano lavoro. Egidio però, che dalla Juvoslavia era tornato molto debilitato, si ammala sempre di più. Il libro si chiude con la morte di questo, e dei suoi amici che gli sono accanto anche nell'ultimo viaggio.

Apro una parentesi,che in questo libro mi ha incantata: le donne. In quegli anni si ritrovavano alla sera, dopo che gli uomini erano ormai a dormire, nelle stalle a rammendare e a ridere di cose solo loro. Mi ha colpito tantissimo questa cosa... Sarà che di rammendare non siamo più capaci e una stalla non l'abbiamo, ma forse con queste cose abbiamo perso anche un po' dei nostri segreti.

Nessun commento:

Posta un commento