mercoledì 5 novembre 2014

Classica...MENTE parlando: "L'ultimo giorno di un condannato a morte" - Victor Hugo

"Così, dopo la mia morte, tre donne senza figlio, senza marito, senza padre; tre orfane di diversa specie; tre vedove per opera della legge.
Ammetterò di essere giustamente punito; ma queste innocenti, che cosa hanno fatto? Non importa; le si disonora, le si rovina. E' la giustizia.
Non è la mia povera vecchia madre a preoccuparmi; ha sessantaquattro anni, non reggerà il colpo. Oppure, se resiste  ancora qualche giorno, purché al momento decisivo abbia un po' di cenere calda nello scaldino, non dirà niente.
Mia moglie non mi preoccupa di più; è cagionevole di salute e debole di spirito. Anche lei ne morirà.
Almeno non impazzirà. Si dice che la pazzia tiene in vita; ma quanto meno, l'intelligenza non soffre; dorme, è come morta.
Immagine di L'ultimo giorno di un condannato a morteMa mia figlia, la mia bambina, la mia povera piccola Marie, che ride, che gioca, che a quest'ora canta e non pensa a nulla, è le la mia pena!"

NUMERO PAGINE: 127, compresi l'Introduzione e la Nota Biobibliografica.
GENERE: Romanzo classico.
PRIMA PUBBLICAZIONE: 1829.

E' un libro molto cupo, che dà da pensare... Ti fa ringraziare il cielo che non esiste più la pena di morte. Hugo per primo si era schierato in modo totalitario contro la pena di morte, pubblicando diversi articoli e saggi a riguardo. 
Letto in un giorno, mi rimarrà addosso una vita.

TRAMA:
La storia è quella di un uomo francese che è stato condannato a morte. Ha potuto raccogliere le sue memorie su dei fogli, conservati poi dai suoi guardiani carcerari.
Ci racconta ogni pensiero di speranza che prega di avere nella grazia del Re, pensa alle sue donne che rimarranno sole senza di lui, soprattutto la sua piccola bimba, il cui destino sarà segnato dalla sua condanna alla ghigliottina.
Vive frastornato, come se fosse avvolto in una bolla, sa che il momento è vicino, ma si rende conto di star per morire, solo quando si trova sul patibolo e chiede di poter esaudire ancora un desiderio... Quello di scrivere ancora un po'.

Nessun commento:

Posta un commento