sabato 15 settembre 2012

"Settanta acrilico trenta lana" - Viola Di Grado

" <<Vieni  subito all'ospedale! >>
<< Ma cos'è successo?! >>
<< Tuo padre >>.
Laggiù le persone continuano a sorridere,che spreco di contrazioni facciali quando potevano semplicemente lanciarmi un sasso."

NUMERO PAGINE: 189.
GENERE: Romanzo.

Questo è un libro che ho preso in biblioteca...passeggiavo tra uno scaffale e l'altro e ho visto questa copertina arancione.Già il titolo mi piaceva, in più le critiche sul retro del libro erano favorevoli (cosa che mi ha stupita poiché è una scrittrice giovanissima!).
Ho letto questo libro stupendomi, rattristandomi e sorridendo.Il tipo di scrittura è diverso da quelli a cui sono abituata, ma non per questo negativo. Un libro che sicuramente mi ha lasciato qualcosa.

TRAMA:
Camelia cerca di (non) sopravvivere alla morte del padre.Vive con la madre in un appartamento in Inghilterra.Da quando il marito non c'è più Livia sceglie la via del mutismo, comunica con sua figlia tramite gli sguardi.
I giorni, i mesi e gli anni sono tutti Dicembre.Sono tutti senza numero, privi di vita loro di colore.Non esiste ora. Esiste solo il buco in cui è stato trovato suo padre,quello in cui è finito con la macchina insieme alla sua amante uccidendoli entrambi.Quel fosso riorganizza la vita di Camelia e di sua madre che diventa ossessionata da ogni buco a cui fa innumerevoli fotografie.Buco come la loro casa, nella quale si sono tappate. Camelia però è anche ossessionata dal cinese, che studiava prima di tutto questo vuoto, e inevitabilmente torna a studiarlo insieme a un ragazzo di cui si innamora.Certe volte però, la passione per qualcosa non basta a cancellare la follia del dolore.
Se volete un finale alla "...e vissero tutti felici e contenti" cambiate strada.Vi trascina inesorabilmente nella morsa insaziabile del dolore.

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