giovedì 12 febbraio 2015

"Il gusto proibito dello zenzero" - Jamie Ford

"Keiko era giapponese. Con i capelli tirati indietro, poté osservarle il viso più attentamente. E vide che sembrava imbarazzata. Cosa ci faceva lì? In tutto gli amici giapponesi di Henry ammontavano a un cifra che faceva rima con "nero". Suo padre non avrebbe mai permesso amicizie con quelli: era un cinese nazionalista e, ai suoi tempi, era stato un vero agitatore, a detta della madre di Henry."

NUMERO PAGINE: 371, compresi Nota dell'autore, Ringraziamenti, Una conversazione con Jamie Ford e I giudizi dei librai.
GENERE: Romanzo storico.
PRIMA EDIZIONE: (Garzanti libri) 2010.

Libro consigliatomi dalla mia cara amica Luna.
Devo ammettere che mi è piaciuto, ma questo, va da sé, è riduttivo. E' un libro che tratteggia con grande oggettività e riferimenti storici effettivi, l'allontanamento della comunità giapponese nella società americana, durante la seconda guerra mondiale, e l'incanalamento, di tutta questa gente, dentro ai centri di rilocalizzazione per il periodo bellico. Ciò che da pensare è che fino al 1980, gli americani non menzionarono mai che presero tutti i giapponesi e li misero in questi centri, avevano capito il loro errore e non volevano parlarne più.
Dolcissima e commuovente la storia di amicizia e amore tra Henry e Keiko. 
Un libro che consiglio di leggere anche io, un po', a tutti i lettori: ai romantici, a coloro che non sanno ma vogliono conoscere un po' di più la storia, ai lettori in cerca di qualcosa di nuovo e a quelli che si mettono sempre in gioco e che non disdegnano nessuna lettura.

TRAMA:
Il libro tratta in parallelo due lassi temporali: quello del passato, il 1942, e quello del presente il 1986.
E' Henry il protagonista della nostra storia. Henry dapprima ragazzino e poi adulto, vedovo e con un figlio.
Henry che passò in mezzo alla guerra, ma non in prima persona, poiché cinese. Lui che suo padre, fieramente, aveva iscritto in una scuola di bianchi. Orgoglio della famiglia cinese e nazionalista, Henry portava appuntato al bavero un distintivo con incisa la frase "Io sono cinese", onde evitare che i suoi tratti asiatici potessero essere confusi con quelli, dei tanto odiati dal padre, giapponesi.
Ma è proprio in quella scuola che Henry incontra Keiko, una ragazzina americana ma giapponese di seconda generazione. E insieme a lei che vive i turbamenti dei rastrellamenti nel quartiere giapponese, l'esportazione di tutte quelle persone e la continua e affannata ricerca di Keiko quando arriva nel campo di rilocalizzazione.
Questo è il destino dei due ragazzini: amarsi ma sempre a distanza, perdendosi in continuazioni, intralciati dall'ingombrante famiglia di Henry, che sente i giapponesi come nemici terribili, dopo che hanno attaccato e massacrato la Cina.

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