martedì 19 agosto 2014

"Diario di un sopravvissuto agli zombie" - J.L. Bourne

"In questo mondo, io non sono più.
Sono un monumento
decadente dell'umanità.
Devo lottare per la sopravvivenza,
e sono solo
spaventato e vulnerabile.
Loro sono freddi, recalcitrante e letali e
letali. Ma io sono vivo.
Anonimo sopravvissuto"
NUMERO PAGINE: 250, compresa l'Introduzione.
GENERE: Horror.
PRIMA EDIZIONE: (Pocket Books) 2009.

Eccoci finalmente, nuovamente, immersi nel mondo terrificante popolato da zombie. Questa è una trilogia, e sono già a buon punto anche del secondo libro. A mio parere è molto ben scritto, scorrevole e interessante. C'è chi ha preferito la trilogia di Manel Loureiro... A me invece sta piacendo anche questa! 

TRAMA:
Il nostro protagonista decide di tenere un diario dal 1° gennaio, è un buon proposito che mantiene, anche quando dopo breve scoppia l'inferno in  terra: i morti non rimangono a terra, ma si rialzano con un fame micidiale di uomini. Il nostro prediletto, decide di disertare la chiamata dei militari e non si presenta al campo, ma decide di chiudersi in casa. Questo forse lo salva d'orda di zombie famelici. Dopo aver trovato un alleato in un uomo che abita di fronte a lui, decidono di trasferirsi poiché il governo, o i pochi rimasti, comunicano tramite radio che verranno sganciate delle testate nucleari nelle città più numerose e assediate. Dapprima vivono su un'imbarcazione, dove raccolgono prima l'appello di una famiglia intrappolata in una soffitta, poi quello di una ragazza, salvandoli entrambi da morte certa. Tutta la combriccola è costretta a traslocare nuovamente poiché la nave sta colando a picco. Infine trovano un  bunker del governo in cui potersi rifugiare, dopo le corse a perdifiato per lasciarsi alle spalle i sempre più numerosi zombie. Il protagonista raccoglie un nuovo appello e si precipita a salvare la nonna con il nipote con il suo aereo, e rimangono tutti insieme nel bunker chiamato Hotel 23. Il capitolo primo si conclude con i protagonisti che respingono un assedio...umano però.

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