"Inconsciamente ho notato una differenza nel paesaggio. Nel vecchio mondo c'erano pochi animal capaci di mordere e avvelenare mortalmente, come i serpenti. Ora, sul piatto della bilancia, il peso delle creature morte supera quello dei vulnerabili essere umani e pende dal lato del cataclisma. Almeno prima si poteva sopravvivere al morso di una vipera. Stando alle storie che sento raccontare dai Marines, invece, non c'è antidoto contro queste creature che infestano il mondo. Il sergente afferma di aver visto centinaia di uomini forti morire a trentasei ore da un morso o da un graffio. Mi riferiscono anche di casi documentati di vittime infettate per l'accidentale contatto della saliva con ferite aperte."
NUMERO PAGINE: 310.
GENERE: Horror.
PRIMA EDIZIONE: (Pocket Books) Luglio 2010.
Ecco qui il secondo capitolo di "Diario di un sopravvissuto agli zombie"!! Ancora più claustrofobico, terrificante e ansiogeno del primo capitolo.... Per metà della storia che racconta, il nostro protagonista è solo ma in compagnia degli zombie che non lo mollano un attimo.
TRAMA:

Abbiamo lasciato i nostri protagonisti nell'Hotel 23, mentre respingono dei vandali che vogliono appropriarsi del luogo. Ma non sono gli unici esseri viventi che incrociano il loro cammino: infatti, dopo alcune incursioni non proprio amichevoli, gli abitanti dell'Hotel 23, accettano la convivenza con un gruppo di Marines che informano i nostri protagonisti che esiste ancora un'unità militare in una portaerei in mezzo al mare. Tramite il suo diario, sappiamo che il nostro diletto, affronta numerose spedizioni in aereo con altri soldati, per cercare munizioni, farmaci e cibo. L'ultima e più importante è quella che vede l'aereo perdere quota e precipitare verso il suolo... L'unico sopravvissuto nel disastro è lui, e al suo risveglio i suoi compagni si sono trasformati già in morti viventi. E' qui che l'ambiente si surriscalda: molte miglia di distanza tra il protagonista e casa, in un ambiente ostile e popolato da zombie, alcuni anche radioattivi, quindi più veloci e più forti di tanti altri. Ma degli aiuti inaspettati giungono, in suo soccorso, dopo un mese di vita stressante ed estrema: un aiuto preziosissimo dall'alto, ma che non si palesa in forma di persona fisica ma tramite un cellulare satellitare, e, a breve intervallo di tempo, un nuovo compagno soldato.
Dopo 45 giorni, finalmente, il ritorno a casa e qui l'ultimatum, da chi lo aveva aiutato dall'alto: distruggere la portaerei o la loro vita e il loro rifugio?
Nessun commento:
Posta un commento