"Il 28 aprile, intanto, la Ransdoc annunciava una raccolta di 8000 topi all'incirca. L'ansia, in città, era al colmo; si richiedevano misure radicali, si accusavano le autorità, e certuni, possessori di case in riva al mare parlavano ormai di ritirarvisi. Ma il giorno dopo l'agenzia annunciò che il fenomeno era cessato di colpo e che il reparto di derattizzazione non aveva raccolto che un numero trascurabile di sorci morti. La città respirò.
Fu tuttavia in quello stesso giorno, alle dodici, che il dottor Rieux, fermando l'automobile davanti alla sua casa, scorse in fondo alla strada il portiere che veniva avanti penosamente, con la testa china, le braccia e le gambe discoste, simile a un burattino. Il vecchio si teneva al braccio d'un prete che il dottore riconobbe: era Padre Paneloux, un gesuita colto e militante che aveva talvolta avvicinato ed era stimatissimo nella nostra città, anche dagli indifferenti in fatto di religione. Il dottore li aspettò: il vecchio Michel aveva gli occhi lucidi e la respirazione sibilante; non si era sentito molto bene e aveva voluto prendere aria; ma forti dolori al collo, alle ascelle e agli inguini lo avevano costretto a tornare indietro e a chieder aiuto a Padre Paneloux."
NUMERO PAGINE: 246.
GENERE: Romanzo.
PRIMA EDIZIONE: Bompiani - 2014
TRAMA:
Siamo negli anni '40, ad Orano, in Algeria.
Da qualche giorno i topi scorrazzano in città senza ritegno e muoiono a mucchi sui marciapiedi.
Al dottor Rieux, questo fenomeno dà da pensare: che sia l'anticipazione di qualcosa di grande?
Effettivamente dopo poco tempo la città è dilaniata da un morbo terribile: la peste nera.
Interi palazzi e condomini vengono messi in quarantena: ovunque uomini squassati dalla tosse, da febbre alta e da bubboni neri.
Questa epidemia catastrofica ha come risultato che la città venga messa in isolamento.
Totalmente alienati dalla realtà circostante e come unico indice di conoscenza, il numero di morti della giornata, i cittadini di Orano faranno un cambiamento interiore notevole.
Il mio commento:
Se si potesse racchiudere in una parola, "La peste", quella sarebbe "intenso".
Questo libro ha per me, un legame sentimentale molto forte, perché segna la svolta della mia vita.
La storia è molto densa, a mio avviso va letta poco per volta.
La lucidità e la vena realistica di Camus nel descrivere la situazione di estrema emergenza e tensione della città di Orano, sono a dir poco fuori dal comune.
Benché l'autore sia molto descrittivo e a tratti prolisso, tutto va a convergere verso il bene finale della trama che si trova, così arricchita in ogni suo anfratto di pennellate di sensazioni.
La sensazione prevalente del lettore è la tensione e la pena per questa cittadina che si trova in breve tempo a dover fare i conti con il mostro della peste. E' tangibile il loro sgomento, ma anche il cambiamento dei personaggi, da singole persone a comunità vera e propria, con un forte senso di empatia per il prossimo.
I piaceri della vita? Un buon libro, accompagnato da dell'ottimo cibo e un soffice gatto sulle ginocchia.
mercoledì 19 aprile 2017
"La dama e l'unicorno" - Tracy Chevalier
" <<Ho visto i disegni di una quantità di arazzi commissionati l'anno scorso ai miei colleghi dalle più nobili famiglie. Hanno tutti una cosa in comune: lo sfondo millefleurs.>>
Qui non stavo mentendo, in quel periodo erano di gran voga gli sfondi costituiti da intricati motivi floreali, soprattutto da quando i tessitori su al nord avevano perfezionato la tecnica.
<<Fiori?>> ha ripetuto Jean Le Viste, guardandosi i piedi come se avesse appena calpestato un'aiuola.
<<Sì, Monseigneur>>.
<<Non ci sono fiori nelle battaglie>>.
<<No, Monseigneur. Infatti, non si vedono battaglie in quegli arazzi. I miei colleghi hanno disegnato scene che raffigurano... unicorni, Monseigneur.>>
<<Unicorni?>>
<<Sì, Monseigneur.>> "
NUMERO PAGINE: 286.
GENERE: Romanzo storico.
PRIMA EDIZIONE: Neri Pozza Editore - 2003
TRAMA:
Siamo nel 1490 e il clima è quello della elegante e ricca Parigi. Alla corte del nobile (non per discendenza, ma per denari) Jean Le Viste, viene chiamato il pittore di miniature Nicolas des Innocents.
Il ricco signorotto gli spiega che vuole commissionargli dei dipinti che verranno usati come base per degli arazzi, nella stanza più grande della casa.
Nicolas è imbarazzato: lui si è sempre occupato di miniature, è un pittore che dipinge perfettamente i volti in piccolo delle dame. Come farà a dipingere una battaglia di quelle dimensioni?
Dopo poco che Jean Le Viste l'ha congedato, viene chiamato dalla moglie del primo. Gli dice schiettamente che lei non ha intenzione di farsi riempire la stanza, in cui transitano le sue tre figlie, di scene sanguinarie. Che pensi a qualcos'altro... qualcosa come gli unicorni, ad esempio, per rendere la stanza più piacevole.
Dopo attenta opera di persuasione Nicolas riesce a convincere Jean Le Viste a fare degli arazzi con dame e unicorni, raccontandogli, che ora, sono quelli che vanno di moda tra i nobili.
Ma quando gli occhi del donnaiolo Nicolas, cadono sulla primogenita della famiglia Le Viste, sa che potrebbe far sfumare tutta la commissione, che lo renderebbe ricco e famoso, solo per il piacere di averla per sé.
Il mio commento:
Finalmente ho ritrovato un libro che mi ha tanto emozionato e mi ha totalmente coinvolto.
La trama è incalzante e ricca. Le descrizioni degli arazzi, della loro creazione, delle tinture dei tessuti e delle lane, dei dipinti e soprattutto della vita di città tra i ricchi e della vita dei più semplici è narrata in maniera eccelsa.
E spazio anche ai sentimenti!! Mi dite sennò che gusto c'è a leggere un romanzo storico se non c'è un palpitante sentimento di fondo?
Tendenzialmente non sono una lettrice di storie d'amore, ma credo che una donna con il potenziale della Chevalier nel descriverle, debba farle emergere in tutto il loro splendore.
Libro consigliato!
Qui non stavo mentendo, in quel periodo erano di gran voga gli sfondi costituiti da intricati motivi floreali, soprattutto da quando i tessitori su al nord avevano perfezionato la tecnica.
<<Fiori?>> ha ripetuto Jean Le Viste, guardandosi i piedi come se avesse appena calpestato un'aiuola.
<<Sì, Monseigneur>>.
<<Non ci sono fiori nelle battaglie>>.
<<No, Monseigneur. Infatti, non si vedono battaglie in quegli arazzi. I miei colleghi hanno disegnato scene che raffigurano... unicorni, Monseigneur.>>
<<Unicorni?>>
<<Sì, Monseigneur.>> "
NUMERO PAGINE: 286.
GENERE: Romanzo storico.
PRIMA EDIZIONE: Neri Pozza Editore - 2003
TRAMA:
Siamo nel 1490 e il clima è quello della elegante e ricca Parigi. Alla corte del nobile (non per discendenza, ma per denari) Jean Le Viste, viene chiamato il pittore di miniature Nicolas des Innocents.
Il ricco signorotto gli spiega che vuole commissionargli dei dipinti che verranno usati come base per degli arazzi, nella stanza più grande della casa.
Nicolas è imbarazzato: lui si è sempre occupato di miniature, è un pittore che dipinge perfettamente i volti in piccolo delle dame. Come farà a dipingere una battaglia di quelle dimensioni?
Dopo poco che Jean Le Viste l'ha congedato, viene chiamato dalla moglie del primo. Gli dice schiettamente che lei non ha intenzione di farsi riempire la stanza, in cui transitano le sue tre figlie, di scene sanguinarie. Che pensi a qualcos'altro... qualcosa come gli unicorni, ad esempio, per rendere la stanza più piacevole.
Dopo attenta opera di persuasione Nicolas riesce a convincere Jean Le Viste a fare degli arazzi con dame e unicorni, raccontandogli, che ora, sono quelli che vanno di moda tra i nobili.
Ma quando gli occhi del donnaiolo Nicolas, cadono sulla primogenita della famiglia Le Viste, sa che potrebbe far sfumare tutta la commissione, che lo renderebbe ricco e famoso, solo per il piacere di averla per sé.
Il mio commento:
Finalmente ho ritrovato un libro che mi ha tanto emozionato e mi ha totalmente coinvolto.
La trama è incalzante e ricca. Le descrizioni degli arazzi, della loro creazione, delle tinture dei tessuti e delle lane, dei dipinti e soprattutto della vita di città tra i ricchi e della vita dei più semplici è narrata in maniera eccelsa.
E spazio anche ai sentimenti!! Mi dite sennò che gusto c'è a leggere un romanzo storico se non c'è un palpitante sentimento di fondo?
Tendenzialmente non sono una lettrice di storie d'amore, ma credo che una donna con il potenziale della Chevalier nel descriverle, debba farle emergere in tutto il loro splendore.
Libro consigliato!
giovedì 6 aprile 2017
Torta di parmigiana
Eccoci qui ragazzi! Dopo una lunga assenza, dovuta alla stanchezza e a una bella influenza, sono tornata a scrivere. Stasera mi dedico a questa ricetta molto semplice, ma decisamente buonissima.
spero di trovare del tempo anche domani e di scrivervi altre ricette che ho fatto in questi giorni.
Per queste ricetta avete bisogno del forno. L'ispirazione mi è venuta pensando alla parmigiana di melanzane ma ovviamente rivisitata.
Grembiule messo? Pronti?
Ingredienti:
spero di trovare del tempo anche domani e di scrivervi altre ricette che ho fatto in questi giorni.
Per queste ricetta avete bisogno del forno. L'ispirazione mi è venuta pensando alla parmigiana di melanzane ma ovviamente rivisitata.
Grembiule messo? Pronti?
Ingredienti:
- 3 melanzane medie
- 1 latta di polpa pronta
- 1/2 cipolla
- qualche pomodorino
- olio EVO
- 150 g di fontina o formaggio a vostra scelta
- 50 g di parmigiano grattugiato
- timo, basilico e maggiorana in foglie
- sale e pepe
Preparazione:
Dopo aver lavato molto bene le melanzane e i pomodorini, tagliate le prime a cubetti e i secondi in quarti.
Mettete la verdura a cuocere in una padella capiente con due cucchiai di olio EVO, aggiustando di sale.
A parte in una pentolino, cuocete la polpa pronta, dopo aver fatto rosolare in un cucchiaio d'olio la cipolla tagliata sottilmente. Salate la salsa e aggiungete le erbe aromatiche.
Accendete il forno a 180°.
Tagliate il formaggio a cubetti e tenetelo pronto.
Con un cucchiaio adagiate una quantità consistente di sugo sul fondo della tortiera, mettete poi le verdure cotte, il formaggio, la salsa rimasta e finite con il parmigiano grattugiato, aggiungete del pepe se lo gradite.
Coprite la tortiera con dell'alluminio e infornate il tutto per circa 15 minuti. A questo punto togliete l'alluminio e finite la cottura con la funzione grill del forno per cinque minuti.
Buonissimo!
"I frutti del vento" - Tracy Chevalier
"Stavano di nuovo litigando per colpa delle mele. Lui voleva piantare quelle dolci, buone da mangiare, lei le asprigne per farci il sidro. Erano così abituati ai litigi che ciascuno dei due recitava la parte a memoria, senza neppure badare alle parole dell'altro: le avevano sentite fin troppe volte."
NUMERO PAGINE: 249.
GENERE: Romanzo storico.
PRIMA EDIZIONE: Neri Pozza Editore - 2016.
TRAMA:
La famiglia Goodenough si trasferisce nella Palude Nera, in Ohio. Siamo a metà del 1800.
Il loro trasferimento ha a che vedere con il pessimo carattere di Sadie, la moglie di James, infatti l'intera famiglia Goodenough del Connecticut, li ha invitati caldamente a cercare fortuna altrove.
E così eccoli qui: in mezzo a una terra infestata dal fango e dalla malaria, che ogni anno, puntualmente, strappa loro uno dei dieci figli.
Ma James è molto premuroso con i suoi meli, ci tiene che riescano a crescere anche lì. La sua famiglia viene dopo: le mele sono il loro mezzo di sostentamento, ma soprattutto, la sua più grande passione.
E' per questo che Sadie ce l'ha tanto con lui: il marito sembra prestare attenzione più alle piante che ai loro figli.
Un giorno, arrivando al paradosso, Sadie, ubriaca come al solito di acquavite, decide di distruggere i meli, ma ostacolandola James si prende un'accettata che lo uccide. La moglie avrà la stessa sorte cadendo su uno dei paletti messi a protezione dei meli.
Da qui comincia la storia di Robert, il più piccolo dei figli sopravvissuti, che decide di scappare e di dimenticare le brutture della vita nella Palude Nera.
Il mio commento:
Ormai sappiamo che la Chevalier si rifà, sempre a personaggi realmente esistiti, anche se in questo libro sono più che altro due comparse, più che due protagonisti.
Credo che la mia valutazione complessiva sia tra il sufficiente e il buono.
Non è un cattivo libro, ma a tratti manca di stimoli per il lettore. La storia ha un suo carattere e una sua forma, ma mi è parso che non sia abbastanza per essere un buon libro.
Anche i personaggi risultano sgradevoli, nella maggior parte dei casi e la storia è tanto (troppo?) incentrata sugli alberi.
Ma dove sono finiti il pathos e la meraviglia dei libri "La ragazza con l'orecchino di perla" e "La vergine azzurra", che mi costringevano a fare le ore piccole di notte?
Questi ultimi che ho letto mi paiono tanto dei cugini lontani che riflettono un pochino la luce della grandezza di ben altri romanzi precedenti.
Non smetterò di leggere i suoi libri, anche perché ormai me ne mancano davvero pochi, ma spero di poter ammirare nuovamente quell'incanto letterario.
NUMERO PAGINE: 249.
GENERE: Romanzo storico.
PRIMA EDIZIONE: Neri Pozza Editore - 2016.
TRAMA:
La famiglia Goodenough si trasferisce nella Palude Nera, in Ohio. Siamo a metà del 1800.
Il loro trasferimento ha a che vedere con il pessimo carattere di Sadie, la moglie di James, infatti l'intera famiglia Goodenough del Connecticut, li ha invitati caldamente a cercare fortuna altrove.
E così eccoli qui: in mezzo a una terra infestata dal fango e dalla malaria, che ogni anno, puntualmente, strappa loro uno dei dieci figli.
Ma James è molto premuroso con i suoi meli, ci tiene che riescano a crescere anche lì. La sua famiglia viene dopo: le mele sono il loro mezzo di sostentamento, ma soprattutto, la sua più grande passione.
E' per questo che Sadie ce l'ha tanto con lui: il marito sembra prestare attenzione più alle piante che ai loro figli.
Un giorno, arrivando al paradosso, Sadie, ubriaca come al solito di acquavite, decide di distruggere i meli, ma ostacolandola James si prende un'accettata che lo uccide. La moglie avrà la stessa sorte cadendo su uno dei paletti messi a protezione dei meli.
Da qui comincia la storia di Robert, il più piccolo dei figli sopravvissuti, che decide di scappare e di dimenticare le brutture della vita nella Palude Nera.
Il mio commento:
Ormai sappiamo che la Chevalier si rifà, sempre a personaggi realmente esistiti, anche se in questo libro sono più che altro due comparse, più che due protagonisti.
Credo che la mia valutazione complessiva sia tra il sufficiente e il buono.
Non è un cattivo libro, ma a tratti manca di stimoli per il lettore. La storia ha un suo carattere e una sua forma, ma mi è parso che non sia abbastanza per essere un buon libro.
Anche i personaggi risultano sgradevoli, nella maggior parte dei casi e la storia è tanto (troppo?) incentrata sugli alberi.
Ma dove sono finiti il pathos e la meraviglia dei libri "La ragazza con l'orecchino di perla" e "La vergine azzurra", che mi costringevano a fare le ore piccole di notte?
Questi ultimi che ho letto mi paiono tanto dei cugini lontani che riflettono un pochino la luce della grandezza di ben altri romanzi precedenti.
Non smetterò di leggere i suoi libri, anche perché ormai me ne mancano davvero pochi, ma spero di poter ammirare nuovamente quell'incanto letterario.
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