mercoledì 28 novembre 2012

Il circolo del libro propone: "Sly" di Banana Yoshimoto

"Le cose belle, brutte, commoventi o insignificanti, tutte le cose, esistono nello stesso istante e il giorno dopo assumono forma differente. Noi puntiamo la luce su ciò che vogliamo vedere, entriamo in quello spirito e ci avviciniamo verso quel punto."

NUMERO PAGINE: 131, compresi due postscriptum e un piccolo glossario di termini.
GENERE: Romanzo.

L'idea dalla storia è bella. Il modo in cui è scritta meno... Non mi ha trasmesso molto questo libro. E' carino ma non posso dire che mi sia piaciuto. Non riusciva mai a farmi entrare nella storia.

TRAMA:
Kyiose ci racconta per un po' la sua storia. Ci parla del viaggio che fa insieme ai suoi amici, Hideo e Takashi, in Egitto. L'idea del viaggio viene a Hideo in seguito alla notizia che Takashi è affetto da AIDS. Così senza sapere se sono anche loro malati i due amici lo accompagnano in questo viaggio. Scopriranno molte bellezze dell'Egitto e il loro rapporto si stringerà ancora di più se possibile. Si faranno anche un'altra amica durante questa bellissima vacanza.

martedì 27 novembre 2012

"Il ministero dei casi special" - Nathan Englander

"Bisognava essere pazzi, pensò Kaddish, per far coesistere due realtà contrastanti. Per Lillian e Kaddish in Argentina, però, si poteva anche non esserlo. Era vero tutto, e il contrario di tutto. Come nel caso di un figlio vivo e morto nello stesso tempo."

NUMERO PAGINE: 391, inclusi i Ringraziamenti.
GENERE: Romanzo.

Questo è un libro che mi sono fatta consigliare dalla mia bibliotecaria. Volevo leggere un libro bello. Questo è molto di più: è una storia che potrebbe essere stata quella di chiunque in Argentina negli anni '70, quando sparivano intere famiglie inghiottite dal governo e che risultavano poi non essere mai esistite. Si chiamano desaparecidos e si conosce troppo poco di loro e delle loro storie.

TRAMA:
Kaddish litiga con il figlio da quando questo ha imparato a parlare. Pato non appoggia il padre che per mantenere la famiglia cancella dalle tombe i nomi di illustri ebrei figli di puttana e di ruffiani. Lui è l'unico a non rinnegare il suo stato, per questo è invisibile alla comunità ebrea. Kaddish, invece vuole includere il figlio in quello che fa, cosa che li fa continuamente scontrare. Fino a quando quattro agenti della polizia si recano a casa di Kaddish e prelevano il figlio. Al ritorno di Lillian, la madre, si scatena il pandemonio. Cominciano a cercare Pato ovunque ma nessuno vuole dargli aiuto, nessuno, improvvisamente, sa chi è Pato. Mentre cercano il figlio, Kaddish e Lillian,  perdono se stessi e si convincono di due cose diverse: il padre è convinto che il figlio sia morto, ma Lillian continua a guardare dalla  finestra sperando che svolti l'angolo e che torni a casa.
Una storia struggente che mi ha fatto capire quanto siano disposti dei genitori a fare pur di ritrovare loro figlio. Vivo o morto che sia.

lunedì 26 novembre 2012

Scritti Corsari - Araucaima Teater


Questo week-end è stato ricco di appuntamenti con la letteratura. Ieri sera io e Davide abbiamo assistito alla lettura teatralizzata di alcuni articoli scritti da Pier Paolo Pasolini nel corriere della sera e raccolti nel libro "Scritti corsari". La voce eccezionale era di Alberto Salvi, lo accompagnava con la fisarmonica Gino Zambelli. Avevo già provato a leggere da sola "Scritti corsari" ma ho trovato non poche difficoltà: scritti tra il '73 e il '75 è una parte di storia a me sconosciuta, come anche i personaggi che popolano quell'epoca. Quello che ho trovato interessante è che Pasolini ha delle idee che sono innovative, ma diavolo le ha scritte negli anni '70! Vuol dire che la nostra politica e il nostro modo di pensare è fossilizzato!! Vi consiglio di leggere qualche pagina di questa raccolta di articoli scritti da Pasolini.
Sono stati letti:
  • Cos'è questo golpe? Io so. (Corriere della sera, 14 novembre 1973)
  • Il discorso dei capelli. (Corriere della sera, 7 gennaio 1973)
  • Sulla televisione. (Corriere della sera, 4 dicembre 1973)
Ovviamente quando Alberto Savi ha letto per noi è stato sicuramente più facile capire. Pasolini dopo tutto è stato un intellettuale e ha scritto in una maniera abbastanza complessa, o perlomeno per me. Lo spettacolo si è svolto con questi due soli interpreti che hanno incantato il pubblico. Era impossibile non ascoltare le parole pronunciate da Salvi che dava voce a Pasolini. Ci sporgevamo tutti avidi di leggere il prossimo argomento che Alberto scriveva sulla lavagna prima di leggerlo accompagnato dalle note della fisarmonica di Gino.
Senza nessuna pausa Salvi ha cantato "Se fossi Dio" di Giorgio Gaber subito dopo aver letto “Sulla televisone”.

 Si è conclusa così la serata che ci ha lasciato pieni di pensieri sul presente di questa Italia che sembra non aver possibilità di andare avanti e in cui tutte le idee sembrano già viste e sentite.


domenica 25 novembre 2012

Incontro con Niccolò Ammaniti

Ieri, sabato 24 novembre alle ore 18.00, presso l'auditorium Centro Salesiano "Don Bosco" di Treviglio, c'è stato l'ultimo incontro con uno scrittore del Festival dei narratori italiani presente prossimo, organizzato dalle biblioteche della provincia di Bergamo: Niccolò Ammaniti. Quest'ultimo ha avuto un dialogo con Raul Montanari, che ha fatto incalzanti domande e raccontato divertenti aneddoti sulla vita dello scrittore, in una sala, nemmeno troppo grande, in cui erano presenti tantissime persone. Questo è uno dei motivi fondamentali per il quale non sono riuscita a prendere nota delle domande: ero in piedi circondata da tantissima gente! Ma per fortuna, vanto un'elefantesca memoria e vi posso riportare i punti salienti dell'incontro. Per prima cosa Raul ha illustrato la carriera narrativa di Ammaniti, ha citato i suoi libri: dal più vecchio, "Branchie", all'ultimo, "Il momento è delicato", una raccolta di racconti brevi. Si sono soffermati a raccontare la storia molto simpatica del libro "Ti prendo e ti porto via": dopo alcuni giorni che il libro era stato messo in commercio Niccolò ricevette una chiamata da Vasco Rossi, che incantato dal libro gli propose di fare un film insieme. Si incontrarono ma lo scrittore era titubante, il film non lo voleva fare, dopo poco convinse anche Vasco Rossi a desistere. Così il famoso rocker decise di fare dal titolo la sua famosa canzone: Ti prendo e ti porto via, citando Ammaniti nell'album come unico ringraziamento perché lo scrittore non volle soldi. Contemporaneamente uscì "Io non ho paura" un piccolo grande libro di successo di Ammaniti, che scommise con la sua compagna: "Se vendo più di 200.000 copie di questo libro copie ci sposiamo" non credendo minimamente al bum di vendite. Invece "Io non ho paura" sfondò i botteghini e ne fecero un film. (Il libro era proprio nato come sceneggiatura per il grande schermo).
Raul Montanari apre anche un discorso su quanto sia importante e determinante per un uomo l'adolescenza. Dice infatti che l'uomo si forma e raggiunga il suo modo di essere in questi anni. Il collegamento sta nel fatto che spesso Ammaniti parla di adolescenti nei suoi libri e per questo gli chiede il perché di questo tipo di personaggi. Niccolò risponde che l'adolescenza è un periodo duro per tutti. Nessuno ha avuto un'adolescenza serena e facile.E ci ha raccontato un po' la storia dei suoi primi anni di vita: figlio di un padre psichiatra Ammaniti viene allontanato dalla scuola elementare pubblica perché non riusciva a stare al passo con il livello della classe: era mancino e gli insegnanti si erano intestarditi nel farlo diventare destro. Ma non c'era nulla da fare, così il padre indignato lo sposta alla scuola Montessori. Qui resta fino al primo anno di Liceo. Il padre chiese a Niccolò cosa preferiva fare: "Classico o scientifico?" e Niccolò rispose "Quello più vicino a casa.".Era totalmente ignaro della situazione in cui si trovava, infatti andando a scuola si trovava male con i compagni e l'età erano totalmente diverse che si percepiva anche nell'aspetto fisico. Non abituato a svolgere i compiti a casa non li faceva mai. A fine anno, pensando di aver fatto un buon lavoro si trova davanti al giudizio finale: Bocciato. Giura a se stesso di impegnarsi, nell'estate che passa da un anno scolastico all'altro e cambia scuola e modo di pensare: uccide il bimbo che è in lui e tira fuori il ragazzo.
Ci racconta anche di come è nato il suo primo libro "Branchie". Era un universitario iscritto alla facoltà di Scienze Biologiche che  falliva ogni esame. Per non dare un dispiacere al padre però disse che andava bene e che a ogni esame prendeva 28. Il padre molto orgoglioso disse che ormai mancava poco alla tesi, per questo motivo esigeva che Niccolò studiasse nel suo ufficio per non trovare distrazioni futili. Niccolò divorato dai sensi di colpa scrisse una storia triste, invece di preparare la tesi. L'unica a conoscenza dell'imbroglio era la sorella che, letto il racconto disse che era triste e molto brutto. Una sera Niccolò incontrò un suo amico disperato perché doveva pubblicare libri di autori emergenti poiché lavorava in una casa editrice, così quando lesse il suo racconto incompiuto ne fu veramente entusiasta e disse che glielo avrebbe pubblicato una volta finito. Il racconto divenne molto più allegro perché Niccolò ora era felice. Fu costretto a confessare al padre che la sua laurea non era minimamente vicina e si presentò con il libro. Non si parlarono per tre anni.
Niccolò poi ha letto al pubblico in sala uno dei racconti del libro "Il momento è delicato": "Un uccello molto serio". Ci ha fatto veramente ridere!
Raul dice che per scrivere bisogna soffrire. Lo dice sempre nei suoi corsi di scrittura creativa, ma che alcuni scrittori sorridono mentre scrivono. Questo lo ha colto impreparato! Quindi chiede a Niccolò: -Tu mentre scrivi soffri o sorridi?- - Io mentre scrivo mi applaudo anche. A volte penso: Bravo! Davvero notevole!- Con questa risposta ha fatto ridere tutta la sala.
Raul ha concluso chiedendo che cosa avrebbe fatto Ammaniti se non fosse uno scrittore nel mondo delle arti o nel mondo dei lavori comuni. Gli sarebbe piaciuto fare il musicista ma ha affermato di essere la persona più stonata del mondo, mentre avrebbe fatto volentieri l'allevatore di pesci dato il suo forte amore per gli animali e per questi in particolare.



Avendo i libri sparsi un po' tra casa mia, il box, e il box della nonna di Davide non ho potuto far autografare la mia copia di "Ti prendo e ti porto via", con mio grande rammarico. Le foto sono state fatte con il cellulare di mia suocera perché la macchina fotografica nella fretta è rimasta a casa.

giovedì 22 novembre 2012

I love Philadelphia

E' da parecchio che non scrivo ricette... Non ho fatto foto al risultato ma vi garantisco che sono ottimi, veloci e semplicissimi. Ovviamente con la Philadelphia!!! :)

Pasta pesto e Philadelphia.
Ingredienti: (Per due persone)

  • Un piatto colmo di pasta (il mio modo si misurare la pasta cruda!)
  • Acqua di cottura.
  • Due cucchiai di pesto.
  • Quattro o cinque cucchiai di Philadelphia.
  • Sale.
Preparazione:
Mettete a cuocere la pasta (io vi consiglio spassionatamente la pasta corta per entrambe le ricette!) in acqua portata a ebollizione e sale. Una volta giunta a cottura scolate ma salvate un mestolo di acqua di cottura.  Rimettete la pasta, con la sua acqua di cottura, nella pentola insieme alla Philadelphia e al pesto e mescolate il tutto a fuoco lento. Appena si è raddensato un po' potete servire.
 NB: è un piatto che deve avere un sugo morbido.

Pasta fantasia e Philadelphia
Ingredienti:(Per due persone)
  • Un piatto colmo di pasta.
  • Acqua di cottura.
  • Quattro o cinque cucchiai di Philadelphia.
  • Paté alle olive.
  • Tonno.
  • Qualche acciuga.
  • Sale. (pochissimo quando cuocete la pasta la ricetta è molto saporita da sola!)
Preparazione:
Mettete a cuocere in acqua, portata a ebollizione e leggermente salata,  la pasta. Intanto in un pentolino a parte, con un filo d'olio mettete le acciughe. Il risultato dovrà essere che le acciughe siano quasi sciolte. Scolate la pasta e salvate sempre il famoso mestolo di acqua di cottura. Aggiungete paté di olive, Philadelphia e il tonno. Mescolate finché non avrete un sugo morbido. Una volta impiattato mettete sopra la pasta quel favoloso sughetto di acciughe!

Buon pranzo e appetito a tutti! :)

"La somma dei giorni" - Isabel Allende

"La somma dei giorni, dolori e gioie condivise, era già il nostro destino."

NUMERO PAGINE: 315, ringraziamenti compresi.
GENERE:Romanzo autobiografico.

Ecco qui il resto della vita di Isabel Allende dopo la morte di Paula. Questo libro lo definirei pieno di speranza e luminoso. Nonostante il dolore perpetuo della morte della figlia, la scrittrice, ha sempre dei buoni motivi per amare la vita.


TRAMA:
A volte la vita è molto più sorprendente ed entusiasmante del miglior romanzo fantasioso che si possa scrivere. E' questo che Isabel dice nel libro "La somma dei giorni", un'altra lettera lunghissima che scrive alla figlia Paula che non c'è più in questo mondo. Le racconta del suo dolore per la sua perdita, ma anche dei suoi incantevoli nipoti e della vita di suo fratello Nico. Racconta di tutte le persone che entrano ed escono dalla loro grande famiglia e tribù. Prega sua figlia di consigliarle e indicarle la strada. Ma anche in quelle situazioni in cui tutto sembra destinato ad andar male, Isabel trova sempre la forza di rialzarsi e stare accanto alla sua famiglia. Un libro intenso che ci fa sentire un po' tutti più vicino ai nostri cari.

sabato 17 novembre 2012

"Paula" - Isabel Allende

"Undici anni fa scrissi una lettera a mio nonno per dargli l'ultimo saluto nella morte, questo 8 gennaio 1992 ti scrivo, Paula, per riportarti alla vita."

NUMERO PAGINE: 326.
GENERE: Romanzo.

Avevo voglia di leggere qualcosa della mia adorata Isabel, ma in verità volevo evitare "Paula" per il momento...non mi chiamava ancora. Sapevo che era una storia molto sofferta in cui la scrittrice raccontava il periodo triste che vedeva la malattia e la morte della figlia Paula. 
In biblioteca, quindi, ho preso "La somma dei giorni" e arrivata a casa ho visto che era un rimando a... "Paula". Allora a quel punto ho pensato che fosse destino... e sono tornata indietro a prendere questo libro che ho sentito davvero molto.

TRAMA:
Il libro nasce come una lettera scritta da una madre a una figlia in coma. Isabel scrive per Paula e le racconta la storia della loro famiglia. Le scrive della storia dei suoi nonni, poi della sua vita: di madre, scrittrice e di fuggiasca dal suo paese, il Cile, in cui c'era un regime dittatoriale e lei era sulla lista nera. Nella seconda parte del libro, le speranze che Paula si svegli dal coma sono praticamente nulle. Scrive quindi al lettore della sua angoscia. Crede che Paula si risveglierà e cerca ogni cura, chiama ogni dottore, santone e stregone per salvare sua figlia. Poi Paula le appare in sogno e le dice che è pronta per essere lasciata andare ma che non riuscirà a morire se sua mamma non crede che lei stia andando verso una nuova serenità. Questo permette a Isabel di accettare il destino della figlia.

mercoledì 14 novembre 2012

Le 10 regole del lettore!

Sono una persona estremamente pignola e metodica. Sono spesso in anticipo, e rispetto sempre i tempi di consegna. In biblioteca non consegno mai un libro in ritardo, se non riesco a finirlo nel mese lo rinnovo, anche se mi serve solo per un paio di giorni in più. Non sopporto i ritardatari (anche se il mio ragazzo è il loro capostipite) e le persone che cercano scuse per non aver finito in tempo una determinata cosa. Sono così da sempre. Fin da quando sono bambina non mollavo un libro finché non l'avevo finito, anche se non mi piaceva. Immaginate la mia felicità quando ho trovato le dieci regole del lettore, scritte da Daniel Pennac!
Visto che le ho trovate fantastiche e utili ho deciso di scriverle qui! Sono molto simpatiche!
Eccole:


  1. Il diritto di non leggere.
  2. Il diritto di saltare le pagine.
  3. Il diritto di non finire un libro. (Questa la applico raramente e con grandi rimorsi!)
  4. Il diritto di rileggere.
  5. Il diritto di leggere qualsiasi cosa.
  6. Il diritto al bovarismo. (Oppure, il diritto di leggere senza regole.)
  7. Il diritto di leggere ovunque. (Questa è la mia preferita!!)
  8. Il diritto di spizzicare.
  9. Il diritto di leggere ad alta voce.
  10. Il diritto di tacere.
Vi auguro buone letture!!!

domenica 11 novembre 2012

Gatti e amici

Benché si dica che i gatti siano animali schivi e solitari, chi ha gatti in casa sa benissimo che così non è. Allora vi farei una carrettata di possibili combinazioni tra gatto e amici.

Gatto & Gatto.
Combinazione che potrebbe sembrare perfetta ma... c'è un ma. I gatti si capiscono al volo e se crescono insieme vanno d'accordo e diventano amici per la vita. Nel caso però che venga introdotto un nuovo gatto in una casa in cui c'è né già un altro le cose si complicano. Il motivo è semplice: il gatto è molto territoriale e non accetta nessun intruso all'interno del suo territorio più prezioso: la SUA casa. Come sapete Chicco è stato introdotto dopo tempo nell'ambiente di Pimpi. Cosa abbiamo fatto? All'inizio li abbiamo divisi. Chicco chiuso in una camera , quando noi non eravamo a casa. Quando, invece, eravamo in casa li lasciavamo liberi di annusarsi, sempre tenendoli sotto controllo, perché Pimpi voleva subito mettere in chiaro chi era il padrone dell'ambiente.
 Insomma con un po' di pazienza e tenacia da parte nostra è possibile introdurre un nuovo amico nell'ambiente già occupato da un altro gatto, con grande successo.

Gatto & Umano.
Verrebbe da ridere a pensarci... Se noi vogliamo possiamo andare d'accordo con un gatto.
Abbiamo abbastanza intelligenza per entrambi? No. Ci crediamo tanto intelligenti ma spesso siamo solo molto superficiali. Quando prendiamo un gatto stiamo firmando un contratto: ci occuperemo di lui per tutta la vita, ci prenderemo cura di lui quando sta male e  non lo tratteremo male. Ora se fate parte di questa categoria di persone e siete seriamente convinti che il gatto non sia un peluche, dovrete adattare al meglio la vostra casa per il nostro amico peloso. Cercate di capire di cosa ha bisogno ma non preoccupatevi troppo: anche se non hanno la parola si fanno capire benissimo. Non credete che loro non vi capiscano e stabilite delle regole in casa. Vedrete che con pochi accorgimenti vivrete benissimo insieme.

Gatto & Cane.
La coppia più famosa per non andare d'accordo in assoluto! In realtà i gatti e i cani non vanno d'accordo per il semplice fatto che non si capiscono. Provate a pensarci un po': il gatto con le orecchie in alto indica che è ricettivo e ben disposto,il cane al contrario sta per attaccare; se il gatto muove la coda è nervoso e non vuole essere toccato, il cane dimostra felicità; se il gatto ha le orecchie all'indietro sta in allerta ed è pronto ad attaccare, il cane con le orecchie basse è tranquillo. Capite quindi che loro appartengono a un mondo di gesti completamente opposto. Se però crescono insieme impareranno facilmente a capirsi, e con un po' di pazienza e costanza anche quando sono ormai grandi. Un piccolo consiglio: se dovete scegliere chi introdurre per primo in un ambiente scegliete il cane: non farà fatica come il gatto a dividere il suo territorio con un nuovo amico.

Gatti & altri animali.
Il web pullula di storie di gatti che allattano cani, scoiattoli, topi e chi più ne ha più ne metta. Gli animali, lo sappiamo, hanno una sensibilità tutta speciale verso i loro amici in difficoltà. Esperienze dirette io non ne ho... Ho visto soltanto il gatto di mio papà con il coniglio...Lui diceva che giocavano insieme ma a me sembrava che il gatto volesse papparselo!!  Non dimentichiamoci, infatti che per quanto un gatto possa essere socievole è prima di tutto istintivo, e se in condizioni normali, gli viene messo davanti un topo reagirà nel modo che gli suggerisce la sua natura: mangiandolo.



venerdì 9 novembre 2012

"Dialogo di una prostituta con un suo cliente e altre commedie"- Dacia Maraini

"CLIENTE: Io, guarda, potrei perfino sposarti.
MANILA: Sì, per fare la prostituta a tempo pieno, no, grazie.
CLIENTE: Un uomo ti offre la sua libertà e tu la rifiuti così?
MANILA: Non la voglio la tua libertà. Me la rinfacceresti a ogni ora del giorno e della notte.
CLIENTE: Ma allora perché non lavori, potresti fare la dattilografa, come la mia ragazza, vuoi che ti aiuti a cercare un posto?
MANILA: Sì, per fare la prostituta d'azienda, no, grazie.
CLIENTE: Potresti fare la commessa.
MANILA: Sì, prostituta di negozio, no, grazie.
CLIENTE: Ma perché non ti accontenti mai? Sembra che la donna non può far altro che la prostituta.
MANILA: L'hai detto, occhio di serpente, la donna può solo decidere di prostituirsi in pubblico o in privato, per la strada o in casa, chiaro?"

NUMERO PAGINE: 153.
GENERE: Commedie teatrali.

Un altro libro che avevo tra le braccia in biblioteca quella famosa mattina! Leggere le opere teatrali mi ha sempre divertito molto. Recito tutti i dialoghi nella mia testa, con varie sfumature di toni e con voci differenti. Queste commedie, pur essendo molto ironiche,hanno un fondo amaro.

Che commedie trovate nel libro?
Sono tre:
  • Dialogo di una prostituta con un suo cliente, (1973) atto unico, è il primo che incontrate. In questo scambio di battute vedremo che Manila cerca in tutti i modi di non diventare merce del suo cliente, che a sua volta usa delle parole dolci per far cadere la prostituta ai suoi piedi e non pagarla. Manila però è cosciente del fatto che il cliente sta usando il suo fascino per possederla e riesce a smascherare le sue vere intenzioni.
  • Due donne di provincia, (1978) atto unico, è il secondo che ho letto. E' la conversazione di due amiche che si ritrovano a casa di uno dei nipoti delle due. Quella che potrebbe sembrare una frivola chiacchierata si trasforma però in rabbia malcelata, in cui le due donne si confidano i doveri che devono assolvere verso le loro rispettive famiglie.
  • I sogni di Clitennestra, (1978) due atti, è la commedia conclusiva e la più ricca di personaggi. Lo scenario è quello di immigrati Siciliani a Prato. Elettra figlia devota a un padre andato lontano per recuperare i debiti e Clitennestra madre ribelle, si scambiano idee su quello che una donna dovrebbe essere o non essere in una famiglia. Tra pazzia e morti, la storia si attorciglia a quella della tragedia greca.
Quella che ho trovato più difficile descrivere (e prima di tutto capire!!) è l'ultima opera.

giovedì 8 novembre 2012

Classica...MENTE parlando: "Il sogno di una cosa" - Pier Paolo Pasolini

Finalmente un classico!! Mi mancava moltissimo leggerne uno!!Devo dire però che mi sono avvicinata con timore a Pasolini... Non so perché, ma ai miei occhi emanava un aura molto grande e avevo un po' paura che mi risultasse pesante o incomprensibile la sua scrittura. Invece mi ha completamente meravigliato: leggetelo!! E' davvero un ottimo punto di partenza per capire gli anni del dopoguerra.

"Tutti urlavano e schiamazzavano, rintronati dal vino; il Nini, Egidio e Milio se ne stavano intorno a un tavolino in compagnia di un gruppo di ragazzi di San Giovanni, e avevano cominciato il finale della loro domenica; la loro allegria era però un poco forzata. Ognuno aveva molti pensieri in cuore e pochi soldi in tasca."

NUMERO PAGINE: 217.
GENERE: Romanzo classico.

Per una volta tanto, vorrei commentare la scelta della citazione che ho scelto dalle pagine di questo libro. In queste poche righe mi sono venute alla mente le mie domeniche sera, soprattutto quelle d'estate... Nelle quali sei felice di essere tra amici ma hai già il pensiero di domani, e che quella imminente sarà un'altra settimana dura, e che forse quei soldi non avresti dovuro spenderli così...
Questo libro mi è piaciuto davvero moltissimo, anche se è molto breve i protagonisti li ho sentiti molto vicini, li ho osservati crescere e stare sempre uniti. E poi dare un'occhiata indietro, nell'immediato dopo-guerra e capire quante cose diamo per scontato non è affatto male come idea per crescere un po',no?


TRAMA:
Immediato dopo-guerra. Tre amici che si conoscono nel primo capitolo del libro: Nini, Egidio e Milio. Arrivano da tre paesi vicini nel Friuli. Stanno in quest'Italia festaiola ma che non ha lavoro per loro. Decidono di partire: Nini ed Egidio in Jugoslavia e Milio in Svizzera. I primi due dopo grandi stenti e fame trovano lavoro a cui si dedicano con anima e corpo ma che li lascia delusi e affamati. Decidono, per cui di tornare a casa: anche se di lavoro non c'è nè, in Italia, un panino non manca mai. Al loro ritorno c'è anche Milio che ha deciso di tornare dalla Svizzera.
In breve i disoccupati aumentano di numero a tal punto che il comunismo del tempo invita i grandi industriali ad assumere il più possibile. In questi piccoli paesi però la legge sembra non essere passata, per cui i manifestanti si trovano per far sentire ai potenti il loro diritto al lavoro. I nostri tre amici manifestano e dopo breve trovano lavoro. Egidio però, che dalla Juvoslavia era tornato molto debilitato, si ammala sempre di più. Il libro si chiude con la morte di questo, e dei suoi amici che gli sono accanto anche nell'ultimo viaggio.

Apro una parentesi,che in questo libro mi ha incantata: le donne. In quegli anni si ritrovavano alla sera, dopo che gli uomini erano ormai a dormire, nelle stalle a rammendare e a ridere di cose solo loro. Mi ha colpito tantissimo questa cosa... Sarà che di rammendare non siamo più capaci e una stalla non l'abbiamo, ma forse con queste cose abbiamo perso anche un po' dei nostri segreti.

martedì 6 novembre 2012

"Le prime luci del mattino" - Fabio Volo

"Il buio e le ombre della notte se ne stanno andando e lasciano spazio alle prime luci del mattino. Vorrei che qualcosa di simile accadesse alla mia vita."

NUMERO PAGINE: 244.
GENERE: Romanzo.

Ero in biblioteca e giravo come una trottola...la pila di libri sempre più alta mi cresceva tra le braccia... E ho visto questo libro di Fabio Volo. Non ho saputo resistere! Ne ho sempre sentito parlare nel bene e nel male che ho deciso di leggerlo! Devo dire che l'ho letto volentieri. Alcuni punti del libro, però, mi sembrano lontano dalla realtà..aggiungerei purtroppo! Mi riferisco alla parte in cui la coppia si separa e nelle pagine del libro sembrano subito riconoscere ognuno le proprie colpe parlandone insieme.

TRAMA:
Quello che ci troviamo davanti è il diario di Elena. Alcune parti sono datate e scritte in corsivo, questa è la Elena del passato che scrive, altre sono in stampatello e non datate, questa è Elena oggi che ci spiega quello che ha omesso quella di ieri.
Elena ha un matrimonio triste e noioso, in cui non si riconosce più. Quella allo specchio è una donna che vive qualcosa che non le appartiene. Paolo, suo marito, fa finta che tutto sia normale e naturale.
La vita di Elena cambia radicalmente con un uomo che la fa sentire nuova, anche solo nel modo in cui posa il suo sguardo su di lei. Sono due calamite e inevitabilmente, finiscono per aver un rapporto. Rapporto è la parola sbagliata forse, si amano solo nell'appartamento di lui... un amore carnale per l'esattezza. Ma Elena si accorge di volere di più, ma questo uomo così sicuro a letto non lo è altrettanto nelle relazioni. La vita di Elena ha continue svolte in queste poche pagine di diario.

lunedì 5 novembre 2012

"Di latte e miele" - Jean Mattern

"La nostra felicità ha forse bisogno di una zona d'ombra che faccia risaltare il suo splendore?"

NUMERO PAGINE: 99, ringraziamenti compresi.
GENERE:Romanzo.

Ho preso questo libro, perché sono convinta che riflettere sulla storia, sui grandi errori del passato,  possa farci immensamente bene. Questo libro, che ricalca quasi la storia della famiglia dello scrittore, parla dei momenti terribile che ha visto l'Europa dell'Est tra il Secondo conflitto mondiale e il terribile comunismo sovietico.

TRAMA:
Questa è la storia di un uomo che si prepara a morire.Questa è la storia del suo dolore, che racconta al figlio, pentendosi di averlo taciuto fin ora.
Racconta del suo amico Stefan, che ha perso durante la fuga dalla Romania, perché voleva seguire i tedeschi mentre lui si rifugiò a Budapest. Racconta dell'incontro con sua moglie a Parigi, di come anche lei abbia affrontato il comunismo sovietico con i manifestanti. E poi di come incontrandosi la loro vita sia diventata, finalmente "di latte e miele" incapaci di crogiolarsi nel dolore e andando avanti per la loro strada felice. Racconta ancora al figlio,
di come sia dispiaciuto di non esser stato un buon padre dopo la morte della loro primogenita, e di come Susanne si sia chiusa completamente a tutti loro, facendo solo azioni meccaniche e utili al benessere fisico della famiglia.
Insomma un uomo che in punto di morte desidera raccontare tutto anche a Stefan, al suo vecchio amico, con cui ha condiviso il dolore di pochi attimi incancellabili.

domenica 4 novembre 2012

E' tempo di una leggenda!

 Buongiorno a tutti! Oggi ho trovato addirittura due leggende. Entrambe... sui gatti!!
Fonte: dal libro "1001 cose da sapere e da fare con il tuo gatto"

Il gatto dell'isola di manx è famoso per essere sprovvisto di coda
Il manx è circondato da leggende affascinanti. Si racconta , ad esempio, che questo micio un tempo avesse una coda bella e folta. Ma quando ci fu il Diluvio, il gatto arrivò in ritardo all'arca di Noè, proprio quando le porte si stavano chiudendo.Per non restare a terra fece un gran balzo, entrò nell'arca, ma in quel momento la porta si chiuse e gli mozzò la coda. Un'altra storia , invece, racconta che cane e gatto erano nemici anche sull'arca di Noè e il cane, per dispetto, staccò di netto la coda al micio.Questo, vergognandosi dell'amputazione subita, si gettò in mare e a nuoto raggiunse l'isola di Man, da cui poi la razza prese il nome.



Questa leggenda è sui Birmani, gatti provvisti di straordinari occhi blu e dal manto chiaro sul corpo e scuro sulle orecchie, muso, zampe e coda.
La leggenda racconta che i gatti birmani discendono da un micio di nome Sinh vissuto anticamente nel tempio dedicato alla dea Tsun Kyan-Kse. Un giorno il tempio fu attaccato dai nemici e il gatto, che prima era bianco, assunse i colori della dea incitando i monaci a combattere.