giovedì 23 febbraio 2017

"La vergine azzurra" - Tracy Chevalier

"Si chiamava Isabelle e quando era bambina i suoi capelli cambiavano colore nel tempo che un uccellino impiega a chiamare il suo compagno."

NUMERO PAGINE: 302.
GENERE: Romanzo storico.
PRIMA EDIZIONE: Neri Pozza - 2004

TRAMA:
Il libro è diviso in due lassi temporali: i capitoli sono alternati tra la fine del 1500 con la storia di Isabelle, una ragazzina con i capelli rossi che venne guardata sempre con sospetto nell'epoca Calvinista poiché il rosso (ma anche tutti i colori squillanti erano visti di mal'occhio) era il colore del peccato, e la nostra epoca, in cui Ella trasferitasi dall'America alla Francia, per seguire il lavoro di suo marito, si ritrova a voler andare a fondo sulle origini della sua famiglia.
Insomma la storia di Ella si ritroverà ad essere intrecciata con quella di Isabelle, sua lontana antenata e non si darà pace finché la verità della sua lontana famiglia non verrà finalmente alla luce.

Il mio commento:
Onestamente i libri della Chevalier mi stanno molto appassionando e a breve ne comincerò un altro.

Di questo libro mi è molto piaciuto questo gioco al rimpiattino, chiamiamolo così, del passare agilmente dal 1500 all'epoca moderna, l'ho trovato indovinato e gratificante. Anche i personaggi sono stati ampiamente descritti, soprattutto dal punto di vista caratteriale e psicologico. 
Ho capito subito i sentimenti della protagonista quando si trasferisce in un piccolo paesino della Francia, questo suo sentirsi inappropriata, osservata e giudicata in ogni piccolo movimento o passo falso.
Il libro scorre velocemente e si fa leggere super volentieri, ma se proprio vogliamo trovargli un difetto ho notato che il finale è stato troppo lasciato al caso. Intendiamoci, si capisce come finisce la storia, ma avrei preferito più chiarezza e coerenza: dal momento che l'intero libro è ben descritto, mi sarei aspettata un finale all' "altezza".

mercoledì 22 febbraio 2017

Strudel di spinaci, porri e pinoli

Stamattina, oltre a recuperare tutte le ricette passate e trascriverle qui sul blog, mi sono dedicata alla cucina.
Dario, ha guardato nella mia sacra bibbia culinaria qual è "Il ricettario dell'orto" e ha individuato questa ricetta. Così gliel'ho preparata! E' una vera bomba. Buonissima!! Davvero, ne vale la pena, anche se è un pochino lunga e laboriosa.
Pronti?

Ingredienti:

  • 1 disco di pasta sfoglia pronta
  • 400 g di spinaci
  • 50 g di pinoli
  • 1 spicchio d'aglio
  • 2 porri
  • 2 uova
  • cannella in polvere
  • 2 cucchiai di pangrattato
  • olio EVO
  • sale

Preparazione:

Se usate gli spinaci freschi, eliminate il gambo e le parti sciupate e lavate bene le foglie, asciugatele e spezzettatele grossolanamente. Fate tostare in una padella, senza aggiungere grassi, i pinoli a fuoco medio, mescolandoli continuamente finché non assumeranno un bel colore dorato. Quindi togliete i pinoli dal fuoco e metteteli da parte.
Pulite e lavate i porri, tritateli e fateli appassire nella stessa padella in cui avete tostato i pinoli, con un filo d'olio e lo spicchio pulito e schiacciato. Lasciate rosolare i porri per qualche minuto, poi aggiungete gli spinaci. Adesso lasciate cuocere gli spinaci finché le foglie non saranno appassite e l'acqua che hanno non si sarà asciugata. Salate leggermente. Lasciate raffreddare gli spinaci, rimuovete l'aglio, incorporatevi i pinoli, un pizzico abbondante di cannella, il pangrattato e le uova sbattute, lasciandone circa due cucchiai da parte, quindi amalgamate tutto, mescolando bene. Riscaldate il forno a 200°.
Prendete la pasta sfoglia e adagiate il condimento a base di spinaci, porro e pinoli, su un lato del disco e avvolgete la pasta sfoglia sul ripieno. Saldate il bordo  e spennellate con l'uovo sbattuto che avete tenuto da parte. Praticate delle piccole incisioni sulla superficie dello strudel e poi infornate.
Lasciate cuocere per circa 30 minuti, abbassando la temperatura a 180°. Quando la pasta sarà dorata e soffice togliete lo strudel dal forno e lasciate che si raffreddi un po'. Tagliatene delle fette e servite in tavola, meglio se tiepidi o a temperatura ambiente.

Farfalle con cavolo di Bassano

Eccoci qui di nuovo, con un'altra strepitosa ricetta. 
Questa è tutta farina del sacco della mia adorata suocera. La pasta, come al solito, arriva da mia madre, che non ne vuole sapere di formati strani o troppo, secondo lei, grandi.
Al mercato, la scorsa settimana, sono incappata in questi cavolfiori:, tipici del vicentino (sono di Bassano del Grappa): si presentano molto piccoli e con molte foglie esterne, ma all'interno ricordano molto il cavolfiore bianco.
Il gusto è una vera esplosione di sapore.
Pronti?

Ingredienti: 

  • 250 g di farfalle colorate
  • 2 cavolfiori di Bassano
  • 1 spicchio d'aglio
  • 1 peperoncino
  • olio EVO
  • Sale

Preparazione:

In una padella capiente, aggiungete un filo d'olio e l'aglio tagliato finemente. A questo punto, dopo averle lavate molto bene e tagliate sottilmente, aggiungete le foglie del cavolo. Fate cuocere per dieci minuti e frullatele in un mixer.
Intanto in abbondante acqua salata portata a ebollizione, cuocete le vostre farfalle.
Nella stessa pentola dove avete cotto le foglie, aggiungete il cuore del cavolfiore, sminuzzato e spadellatelo per 5 minuti.
Scolate la pasta e aggiungetela nella stessa pentola del cavolfiore. Aggiungete ora il sughetto delle foglie, alla vostra pasta, mescolate bene e condite con altro olio EVO, se la pasta dovesse risultare troppo asciutta!

Insalatina all'arancia!

Anche qui, c'è lo zampino di Barbara (la ragazza di David, mio cognato), nel senso che mi ha regalato dell'ottima insalata freschissima e dall'aspetto delizioso, che non ho potuto non ingegnarmi per farne un piatto diverso dal solito.
Dario, che è un divoratore folle d'insalata, l'ha adorato!!
Ovviamente la ricetta è semplicissima, basta possedere tutti gli ingredienti.

Ingredienti:

  • 2 piccoli cespi di radicchio
  • 2 piccoli cespi di lattughino
  • 2 arance
  • 1 manciata di noci
  • 1 manciata di uvetta
  • pinoli per decorare
  • Olio EVO
  • Sale
  • il succo di 1 arancia
Preparazione:

Tagliate finemente la vostra insalata e lasciatela in ammollo per dieci minuti nel bicarbonato. Sciacquatela bene e mettetela in due insalatiere capienti. Prendete le arance, sbucciatele e tagliatele a vivo (togliete la pelle e la pellicina bianca), molto sottilmente e aggiungetele in egual misura, in entrambi le insalatiere. Aggiungete la frutta secca, avendo cura di sminuzzare i gherigli delle noci e strizzando bene l'uvetta lasciata precedentemente in ammollo per 5 minuti in acqua fredda. 
Condite con il succo di un'arancia, olio extra vergine di oliva, sale le vostre insalate. Mescolate bene e infine aggiungete qualche pinolo.
Potete mangiarla con del pane abbrustolito!

Pizzoccheri

Tempo fa, mia madre, mi aveva lasciato una confezione di pizzoccheri (ormai la dovreste conoscere anche voi, difficilmente cucina qualcosa che non ha sperimentato del tutto). Onestamente l'avevo in dispensa da tempo, ma quando la ragazza di mio cognato mi ha portato mezza verza in regalo, non ho avuto più scuse: dovevo cucinarli!
La ricetta l'ho presa semplicemente dalla confezione di pizzoccheri. Credo proprio che mi siano usciti buonissimi!

Ingredienti: (per tre persone)

  • 250 g di pizzoccheri
  • 150 g di patate
  • 125 g di margarina
  • 150 g di verze
  • 150 g di formaggio (sarebbe meglio un formaggio magro, io ho utilizzato l'Asiago)
  • 75 g di parmigiano grattugiato
  • pepe e basilico

Preparazione:

Dopo aver pelato le patate, tagliatele a pezzetti di circa 1 cm, e cuocetele in abbondante acqua salata, aggiungete la verdura tagliata a pezzi. Portate ad ebollizione e aggiungete i pizzoccheri. Accendete il forno a 180°.
Fate bollire per 10 minuti e scolate il tutto.Utilizzando una zuppiera o una teglia, adagiate la margarina sul fondo, poi aggiungete i pizzoccheri con la verdura, mescolate tutto con il formaggio tagliato a dadini, il pepe e il basilico, e infine spolverate con il parmigiano.
Infornate per venti minuti e servite caldi e fumanti in dei piatti con bordi alti, in modo che si preservi il calore!

"Cat confidential" - Vicky Halls

"I gattofili o, per essere filologicamente corretti,, gli ailurofili, adorano parlare dei loro gatti. Hanno la casa piena di foto, libri, calendari, tovagliette da tè e bigiotteria ispirati ai loro amati felini. Vivono, a sentir loro, con il gatto più bello, affascinante e intelligente del mondo e hanno tanti aneddoti da raccontare a chiunque voglia ascoltarli. Non io.
Mi guadagno da vivere andando a casa delle persone, sorbendo il tè dalle loro tazze decorate con immagini di gatti e sentendo le loro storie di gatti. Non mi annoio mai. Mi piacciono tutte."

NUMERO PAGINE: 232.
GENERE: Guida pratica.
PRIMA EDIZIONE: Adriano Salani Editori - Tea Pratica - 2007

COSA TROVATE NEL LIBRO:
Una serie di esperienze personali e consigli pratici, divisi in capitoli e argomenti, per aiutarvi a comprendere al meglio il comportamento del vostro gatto, che anche quando vi sembra assurdo, insensato, folle o maligno, ha sempre una spiegazione.
Ecco gli argomenti, che Vicky Halls, va a toccare:
L'introduzione di un nuovo gatto in una casa.
I gatti e la paura.
L'aggressività del micio.
Il gatto di casa.
La casa con più gatti.
Gatti e stranezze.
Il legame tra il gatto e l'essere umano.
I gatti anziani e disabili.
Affrontare il lutto.

Il mio commento:
E' una buona guida per capire, a fondo e con sincera franchezza, gli atteggiamenti dei nostri amici. 
Io, ailurofila dalla nascita, ho letto con molto piacere le esperienze di questa comportamentista e ancora una volta, ho scoperto, che i gatti riservano ancora tanti segreti.
Ho letto molte guide, dal libro scientifico che spiega per filo e per segno la genetica dei piccoli felini, al libro delle razze, ai fumetti divertenti sui mici, a quello che insegna a svezzare un gattino, ma mai un libro così pieno di esperienze e tanti consigli pratici e soprattutto utili.
Quindi, se credete di avere dei problemi con il vostro aMICIO, vi consiglio di leggere questa guida. Se non altro vi insegnerà qualcosa di nuovo!

Nella foto Star che apprezza questa mia lettura.

venerdì 17 febbraio 2017

"Orfani bianchi" - Antonio Manzini

"<<Sono tutti orfani?>>
<<No>> disse la direttrice. <<Neanche la metà. Molti sono come Ilie. Noi li chiamiamo orfani bianchi.>>"

NUMERO PAGINE: 240.
GENERE: Romanzo.
PRIMA EDIZIONE: Chiarelettere - Ottobre 2016.

TRAMA:
Mirta è una donna moldava che lavora in Italia, come badante, presso una famiglia. Da un giorno all'altro però si trova senza lavoro, perché la donna anziana a cui badava viene portata in un ricovero. Per un po' di tempo trova un lavoro come donna delle pulizie in alcuni condomini. Improvvisamente la stufa della casa in cui abitava sua mamma in Moldavia, guastandosi, fa bruciare tutta la casa. Fortunatamente, il suo unico figlio, non si trova in casa al momento dell'incendio, ma sua madre muore.
Mirta, torna immediatamente in Moldavia, ma è disperata: chi può badare a Ilie?
Ora che non ha nessun appoggio e in Italia con sé non può portarlo, Mirta si vede costretta a lasciare il suo bambino presso un orfanotrofio. I bambini come Ilie sono chiamati "orfani bianchi", perché anche se sono all'orfanotrofio hanno dei genitori.
Con la morte nel cuore Mirta torna in Italia e riesce a trovare un ottimo lavoro, ben retribuito.
Ma purtroppo per lei, mentre tutto sembra mettersi per il meglio un'altra spaventosa calamità si abbatterà su di lei...

Il mio commento:
Un Manzini inedito quello di "Orfani Bianchi", ma che secondo me ha sempre mal celato il senso di tristezza, calamità e malinconia anche nei romanzi gialli di Rocco Schiavone.
In una parola, questo romanzo, lo definirei "troppo".
Troppo triste, troppe false speranza, troppo doloroso, troppo REALE, troppo tangibile, troppo malinconico.
Un pugno nello stomaco, che sorprende il lettore, dopo averlo brevemente illuso in una svolta benevola per la protagonista, pagina dopo pagina, in un parossismo di dolore che culmina nel drammatico e tragico finale.

"La morte dell'erba" - John Cristopher

" << La quinta fase è rimasta mascherata dalle altre fino all'impiego del 717. Non so come vadano queste faccende, ma pare che i primi virus, più forti, abbiano mantenuto inattivo quest'ultimo. Quando il 717 li ha eliminati, la quinta fase è stata in grado di mostrare la sua aggressività. Si differenzia dai fratelli maggiori per un particolare importante. (...) Il virus primario Chung-Li agisce sulle Oryzae della famiglia delle graminacee. La Fase 5 va molto meno per il sottile. Attacca tutte le graminacee, senza distinzioni.>>"

NUMERO PAGINE: 207.
GENERE: Fantascienza apocalittica.
PRIMA EDIZIONE: BEAT - Neri Pozza - Ottobre 2014.

TRAMA:
A causa del un virus, che arriva dalla Cina, Chung-Li tutte le piante stanno morendo. Di conseguenza anche tutte le verdure, gli alberi da frutta e il bestiame, che non avendo cibo, muore di fame. Le uniche piante che si salvano sembrano essere le patate e la barbabietole.
John, che vive a Londra con la moglie, decide di partire subito alla volta della campagna da suo fratello David, che già da parecchio tempo aveva previsto che il virus avrebbe sorpreso anche la Gran Bretagna. Recuperati i figli che studiano in un collegio, decide di far aggregare al gruppo anche il suo amico Roger, con la famiglia e un venditore di armi con la moglie.
Il viaggio sarà molto più difficile del previsto, in un mondo che sta cedendo al panico dell'allarme della carestia imminente e in cui tutte le regole si sono frantumate all'istante.

Il mio commento:
E' un libro che ho molto apprezzato. Mi è piaciuta molto l'ambientazione, la descrizione minuziosa del virus e della sua mostruosa evoluzione, e della trasformazione dei protagonisti da bravi cittadini ligi alle regole a persone senza scrupoli che tentano ogni via pur di sopravvivere. 
Lo consiglio fortemente, per chi, come me ama i romanzi apocalittici.

lunedì 13 febbraio 2017

Sformatini di broccoli e salsa di noci

Questa ricetta nasce per vera golosità, diversa da quanto riportato sul libro "Il ricettario dell'orto". Infatti io a tutti i formaggi che ci sono in ricetta ho usato solo il gorgonzola. Mi sembrava ci stesse meglio con le noci e il broccolo e infatti i risultati sono stati ottimi. Io vi scrivo la ricetta originale, ma voi tenete conto della mia modifica e, se vi va, fatemi sapere quale avete scelto e come vi è sembrata!
Pronti?

Ingredienti:
  • 600 g di broccoletti
  • 100 g di montasio
  • 100 g di parmigiano
  • 50 g di gherigli di noce
  • 1 scalogno
  • 1 uovo
  • 3,5 dl di besciamella
  • latte qb
  • olio EVO
  • sale

Preparazione:

Lessate i broccoletti, insaporiteli nell'olio caldo aromatizzato dallo scalogno tritato, saltateli e passateli nel mixer. Unite a 1/3 della besciamella il passato di broccoletti, l'uovo e un po' di parmigiano e amalgamate. Imburrate sei stampini, riempiteli fino a 3/4 con il composto preparato, poi metteteli in un recipiente con il fondo ricoperto d'acqua calda che infornerete a 180° per circa 25 minuti. Saggiate la loro cottura con uno stuzzicadenti e se non fossero ben sodi, lasciateli ancora in forno fino a cottura. Riscaldate la besciamella rimasta aggiungendovi il montasio a pezzetti e tanto latte caldo quanto sarà necessario per ottenere una salsina piuttosto fluida e incorporatevi i gherigli di noce macinati finemente. Fate intiepidire gli sformatini per circa 10 minuti quindi sformateli e serviteli su un velo di salsa di formaggio.

Crema delicata al profumo di limone

Buongiorno a tutti!
Oggi vi propongo un pochino di ricette! Ho cucinato parecchio da giovedì in poi, ma ho sempre lavorato e sabato siamo stati a Bologna a vedere la mostra di Frida Kahlo e di Dalì (vi stra consiglio la prima e meno la seconda, nonostante Dalì sia un nome importante la mostra non ci è sembrata degna di nota), quindi non ho fatto in tempo a scrivere sul blog.
Detto questo parliamo della ricetta: l'ho presa dal mio fedele libro "Il ricettario dell'orto", è molto semplice da fare e soprattutto fa bene al pancino. La presenza di finocchi, infatti, contribuisce allo smaltimento delle sostanze tossiche ed è un ottimo cibo drenante. Dario l'ha molto apprezzata e io anche. A me sono uscite circa sei porzioni, noi l'abbiamo mangiata in un paio di volte.

Ingredienti:

  • 3 finocchi
  • la scorza di mezzo limone
  • 1,5 l di brodo vegetale
  • 1 cucchiaio di farina integrale
  • 1/2 bicchiere di latte (io ho messo un bicchiere di latte di soia)
  • 1 mazzetto di erba cipollina
  • 50 g di parmigiano grattugiato (io non l'ho messo)
  • 2 cucchiai di olio EVO
  • sesamo
  • sale & pepe

Preparazione:

Affettate i finocchi, poneteli in una casseruola con il latte e fateli cuocere, coperti, per circa (la ricetta dice 10 minuti io direi almeno) venti minuti a fuoco basso; poi frullateli. Versate di nuovo i finocchi frullati nella casseruola, aggiungete la farina e il brodo e portate a ebollizione, mescolando frequentemente. Regolate di sale e pepe.
Appena la crema sarà pronta, cospargetela con il parmigiano (potete anche saltare questo passaggio, io trovo che la delicatezza del finocchio venga completamente annientata dal formaggio) e aggiungete un filo d'olio. Versate la minestra nelle scodelle e decorate con la scorza del 1/2 limone tritata, il sesamo e l'erba cipollina. Servite la crema calda con un filo d'olio e i crostini di pane tagliati a dadini.

giovedì 9 febbraio 2017

Candele al forno vegane

Adoro cucinare. Adoro mangiare. Adoro inventare. Adoro fare cose nuove. Poi, però, mi dimentico di postarle. XD Ahahah. Vediamo di recuperare qualche ricetta.
Prima di tutto le candele sono una specie di pasta lunga e bucata al centro (più grande degli ziti). A me sono arrivate da mia madre, tramite giri vari tra parenti. Onestamente mi hanno messo un po' in crisi. E' una pasta veramente ingombrante, tanto che Dario più volte mi ha detto: "Senti, amore, cucinale 'ste robe che qui non ci stanno più nel mobiletto.".
Anche cucinarle è stata un'impresa. Alla fine ho ceduto e le ho spezzate in due. Sono troppo lunghe e spesse ora che si abbassano nell'acqua bollente la parte in cottura è scotta, a meno che abbiate una pentola super alta consiglio anche a voi di spezzarle.
La ricetta l'ho trovata in internet, onestamente ne ho guardate molte e da lì ho preso spunto, ma non ne ho seguita una in particolare.
Pronti?

Ingredienti: (per una teglia per quattro portate)

  • 500 g di candele
  • 1 bottiglia di salsa di pomodoro
  • 200 ml di panna (io ho usato quella di soia)
  • 1 cipolla
  • 200 g di formaggio (scegliete voi quale, anche vegano è perfetto)
  • olio EVO
  • sale e pepe
  • 1 noce di margarina

Preparazione:

Tagliate finemente la cipolla e mettetela in una pentola insieme a un filo d'olio. Quando la cipolla sarà imbiondita, aggiungete la salsa di pomodoro e salate, abbassate il fuoco e mettete il coperchio. Lasciate cuocere per un quarto d'ora, spegnete il fuoco e aggiungete la panna, mescolate bene, regolate ancora di sale e pepe.
A questo punto dopo aver portato ad ebollizione l'acqua salata in una pentola capiente, aggiungeteci le candele (ripeto, io per mia comodità le ho spezzate). Scolatele al dente e mettetele in un recipiente d'acqua fredda per non farle attaccare tra loro.
Accendete il forno a 180°.
Prendete una teglia capiente e mettete qualche ricciolo di margarina sul fondo e poi un mestolo di salsa di pomodoro. Alternate uno strato di candele, al sugo e al formaggio, fino a esaurimento degli ingredienti, tenendo presente che l'ultimo strato deve essere il formaggio. Coprite la teglia con la carta stagnola e infornate per un quarto d'ora. Trascorso questo tempo, togliete la carta da forno e, se il vostro forno ha la funzione grill, infornate per altri cinque minuti in modo che il formaggio faccia una crosticina. Servite le candele calde calde.

"La ragazza con l'orecchino di perla" - Tracy Chevalier

"<< Signore >>, presi a dire, stringendo la piccola scultura dura e fredda. << Non posso farlo >>.
<< Fare che cosa, Griet? >> Era sinceramente sorpreso.
<< Fare quello che state per chiedermi. Non posso metterlo. Le domestiche non si mettono perle. >> "

NUMERO PAGINE: 237.
GENERE: Romanzo storico.
PRIMA EDIZIONE: Neri Pozza - Ottobre 2000

TRAMA:
Siamo nel 1664, quando Griet è costretta a prendere servizio presso una casa non distante dalla sua. Purtroppo suo padre è diventato cieco a causa di un incidente sul lavoro e non è più in grado di provvedere al mantenimento della famiglia.
La casa presso cui va a lavorare ha una famiglia molto numerosa: la sua padrona con il marito, i numerosi figli (più uno in arrivo), la nonna dei piccoli e un'altra domestica.
Griet è stata scelta per pulire, tra le altre cose, la camera del suo padrone, un pittore molto dotato, poiché è abile a non spostare le cose. E' fondamentale per un pittore che nel suo atelier gli oggetti siano sempre nella medesima posizione.
Tra i due si instaura un rapporto di complicità, spesso il padrone, che si fida completamente di Griet, chiede di aiutarlo a creare i colori per il suo lavoro di nascosto dal resto della famiglia, per evitare male lingue o sospetti.
Ma, purtroppo per lei, Griet non è gradita da tutti in quella casa, anzi... la moglie del pittore la mal sopporta, e la bambina maggiore l'ha presa in antipatia e cercherà sempre di far leva su sua madre per poterla cacciare.

Il mio commento:
Wow.
Mi è davvero, davvero piaciuto questo libro. Ho trovato bellissima l'ambientazione storica, il personaggio principale di Griet, il carattere ben delineato dei molti personaggi che bucano la pagina del libro ed emergono in tutta la loro veridicità. Nessuno dei personaggi che si incontra in queste pagine è lasciato al caso, tutti hanno contorni definiti e assolutamente riscontrabili in persone reali: dal ricco signore con le mani lunghe, al ragazzino timido ma a tratti sfrontato, alla ragazza di umili origini che abbassa sempre la testa, alla vecchia saggia, all'antipatica bambina frustrata per essere messa in un angolo dalla famiglia che agogna rivalsa... Insomma tutti hanno un loro perché e sono assolutamente ben descritti.
Un libro che consiglio veramente, l'ho divorato in un paio di giorni.



"Pietr il Lettone" - Georges Simenon

"Connotati di Pietr il Lettone: età apparente 32 anni, statura 1,69, seno dorso nasale rettilieno, base orizzontale, prominenza grande nei limiti. (...)"

NUMERO PAGINE: 163.
GENERE: Romanzo giallo. (Serie Maigret)
PRIMA EDIZIONE: Adelphi Edizioni - 1993

TRAMA:
Maigret riceve diversi telegrammi, da stati europei, sul passaggio di Pietr il Lettone da un luogo all'altro del vecchio continente. Questo uomo è ricercato dalla polizia di tutta Europa, per avere le mani in pasta in diversi crimini.
Ora sta per arrivare, con un treno, a Parigi. Dopo aver ricevuto i connotati fisici dell'uomo, Maigret si fionda in stazione, ma quando arriva la situazione è un pochino strana: nota un uomo molto somigliante a quello che potrebbe essere Pietr che scende tranquillamente dal treno e si disperde nella folla. Un altro uomo con le stesse caratteristiche è stato rinvenuto morto in una carrozza del treno.
Il nostro commissario decide di seguire, all'hotel Majestic, l'uomo che sembra essere anch'egli il criminale internazionale.
Riuscirà Maigret, con la sua famosa pazienza, a smascherare il criminale ed a ottenere delle reali prove contro di lui?

Il mio commento:
Questo è il primo romanzo che Simenon ha scritto sul commissario del mio cuore, Maigret. Sebbene non splenda di luce propria, come gli altri, mi ha fatto molto piacere leggerlo.
In questo libro troviamo un Maigret, in apparenza molto tranquillo, pacato e paziente, ma che all'interno della sua testa vorrebbe sbattere in prigione al più presto possibile il criminale, senza tanto badare alle prove che è costretto a portare al giudice.

lunedì 6 febbraio 2017

"Condominio R39" - Fabio Deotto

"(...) Prendiamo quello che abbiamo: una palazzina nella periferia di Milano, quattro appartementi, cinque inquilini in tutto. E dico cinque in teoria, eh. In teoria. Una madre e il suo bambino, un vecchio infermo, un'attrice nevrotica dal passato chiacchierato, una ragazza che lavora in un night club. La mattina di venerdì inizia come una qualsiasi mattina di marzo, passano nemmeno ventiquattro ore e abbiamo per le mani la tragedia. Alle 22.47 i volontari estraggono dalla palazzina cinque persone in coma e un ragazzo di ventisei anni in chiaro stato confusionale. "

NUMERO PAGINE: 444.
GENERE:Romanzo giallo.
PRIMA EDIZIONE: Einaudi - Stile Libero Big 2014.

TRAMA:
Milano, il condominio R39 va a fuoco, nella serata del 22 marzo. Vengono estratti dal condominio quattro corpi in stato comatoso, quello del signore più anziano, invece, viene ritrovato svestito ma anche lui in coma, appena fuori dalla palazzina.
Cos'è successo? E' questo quello che deve capire il commissario Pallino. Perché l'anziano infermo è stato ritrovato svestito e fuori dal condominio in fiamme? Chi lo ha trascinato lì?
Cosa ci faceva, Alice Magni (una bambina), in quel condominio in cui non abitava e perché è stata ritrovata con un polso tagliato all'altezza delle vene?
Ma soprattutto: dov'è Nicolò, compagno di scuola di Alice, che abitava in quella palazzina, ma che non si trova da tutta la notte?
Questi sono solo alcune delle domande che girano di continuo nella mente di Enrico Pallino, deciso a capire cosa è andato storto in quel palazzo.

Il mio commento:
Leggendo tante recensioni, di questo libro, mi sono resa conto di quanto siano contrastanti i pareri: c'è chi lo ama e chi lo detesta.
A mio avviso la narrazione ha un buon ritmo, che è riuscito a tener vivo il mio interesse per la storia. Forse i continui salti temporali non sono stati graditi da molti, alcuni potrebbero averli ritenuti un inutile approfondimento a dettagli non rilevanti.
Quello che credo io, invece, è che sono proprio i dettagli a far ingranare un libro e a far pendere la bilancia da storia approssimativa e abbozzata a storia completa ed esaustiva. Sono i dettagli che fanno quadrare, alla fine, tutta la narrazione.
L'unica annotazione è che Deotto avrebbe potuto essere, allo stesso modo esaustivo, nello spiegare i reali contorni dell'incendio e di chi ne è fautore, che si capiscono, a mio avviso, tra il chiaro e lo scuro.

Crema di carote con mela verde e aromi

Ciao ragazzi!!
Come state? Io bene, ho finalmente trovato un lavoro che mi piace e da un paio di settimane faccio la baby sitter a un bimbo di nove mesi. Sono veramente contenta e tutto sta prendendo forma qui a Vicenza: comincio ad avere la mia routine tra casa, lavoro, palestra e qualche amicizia. :) 
E' da tanto che non pubblico una bella ricettina, per cui eccola qua!
Questa ricetta ha un gusto molto particolare e inizialmente, alla prima cucchiaiata, Dario, non l'ha gradita troppo. Ma più la mangiavamo e più ci piaceva. Ha un gusto un pochino dolciastro, ma secondo me vale la pena provarla.
Pronti?

Ingredienti:
  • 400 g di carote
  • 1 mela verde
  • 1 cipolla di Tropea
  • 1 costa di sedano
  • 1 l di brodo vegetale
  • 1 mazzetto aromatico (alloro, salvia e timo)
  • 1 cucchiaio di maizena
  • olio EVO
  • sale e pepe

Preparazione:
Tagliate le carote a rondelle, affettate la cipolla e il sedano, lavate la mela e tagliatela a spicchi sottili, quindi fate saltare per 5 minuti in una casseruola con un po' d'olio. Spolverizzate con la maizena, poi versate il brodo bollente, aggiungete il mazzetto aromatico e proseguite la cottura per 20 minuti a pentola coperta. Tolti gli aromi, con il frullatore riducete la preparazione in crema.
Regolate di sale e pepe, scaldate ancora qualche minuto e servite. 
Io alla fine ho aggiunto un giro d'olio EVO a crudo.

giovedì 2 febbraio 2017

"La trappola di Maigret" - Georges Simenon

"Molte volte gli avvenne di oltrepassare donne sole che camminavano lungo i muri, ed ogni volta trasalivano, col desiderio di mettersi a correre o di chiamare aiuto.
In sei mesi, cinque donne che, come loro, tornavano a casa o facevano visita a un'amica, cinque donne che camminavano nelle strade di Parigi erano state vittime dello stesso assassino."

NUMERO PAGINE: 179.
GENERE: Giallo.
PRIMA EDIZIONE: Oscar Mondadori - Giugno 1972

TRAMA:
Il nostro commissario è alle prese con un vero e proprio assassino seriale: una persona che ha ucciso cinque donne, dalla corporatura massiccia, in sei mesi, durante le ore serali sempre nello stesso quartiere di Parigi. Il modus operandi sempre lo stesso: donne uccise da un coltello semplice e con una lama non molto lunga e con le vesti tagliate e ridotte a brandelli, quasi in segno di sfregio.
Maigret è ossessionato da questo assassino, vuole prenderlo. Così decide di tendergli un trappola: inscena di aver arrestato un uomo che corrisponde alla descrizione, e dispone tutti i suoi uomini nel quartiere in cui sono state rinvenute le vittime precedenti. Il vero colpevole, sicuramente, punto sul vivo tenterà un nuovo omicidio per dimostrare che non è stato catturato, ma anzi l'ha fatta in barba al commissario.

Il mio commento:
Molto ben scritto questo caso di Maigret. L'ho trovato molto diverso dal solito, probabilmente perché l'assassino è un recidivo e non si limita a uccidere una sola vittima.
Tratteggiato molto bene anche il profilo psicologico dei personaggi principali.
Da leggere!