mercoledì 14 ottobre 2015

"Terre selvagge" - Sebastiano Vassalli

"La battaglia finale tra i Romani e i Cimbri si combatté in questa parte d'Italia che noi oggi chiamiamo Piemonte e che allora non aveva nome, o forse proprio veniva indicata con quelle due parole: Campi Raudii, che significavano terre disabitate e terre incolte. Terre selvagge."

NUMERO PAGINE: 297.
GENERE: Romanzo storico.
PRIMA EDIZIONE: (Rizzoli) Aprile 2014.

Incredibile. Questo è il mio commento al libro. Appassionato, contestualizzato, violento e descrittivo. Mi è piaciuto tutto di questo libro. Ancora di più il fatto che abbia un riscontro nella storia, nel suolo che calpestiamo ricco di cadaveri e sangue dei nemici e degli amici, nelle nostre origini, nelle mani, che molto simili alle nostre, hanno impugnato armi, nel cielo che indifferente al passare del tempo assiste a tutto e continua il suo ciclo...
Ve lo consiglio, ma non solo. Ve lo indico. Anche se non amate la storia. Perché Sebastiano Vassalli fu un grande scrittore, ma ancor prima un geniale narratore. 

TRAMA:
Vi è un grande fermento ai piedi del monte Ros. Molti i villaggi, allertati che un popolo violento e sanguinario si sta abbattendo su di loro, come una falce di morte: si tratta dei Cimbri. Popolo dalle origini incerte, ma proveniente dalla Danimarca, ha fatto dell'Italia il suo nuovo obbiettivo. Ha già respinto i Romani in più punti a nord e ora si appresta a entrare nell'attuale Piemonte e Lombardia con l'intento di far sua questa terra.
Quello che non sospetta, il popolo dei Cimbri, che se da una parte si sente invincibile, dall'altra è stanca e divisa nel pensiero di fare la guerra, è che un nuovo condottiero guiderà la battaglia finale, dai parte di Roma: Caio Mario. Un console romano che non si lascia intimorire facilmente e che respingerà i Cimbri definitivamente.

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