mercoledì 9 ottobre 2013

Il circolo del libro consiglia: "Educazione siberiana" - Nicolai Lilin

" Nella comunità siberiana s'impara a uccidere da piccoli. La nostra filosofia di vita ha un rapporto stretto con la morte, ai bambini viene insegnato che il rischio e la morte sono cose legate all'esistenza, e quindi togliere la vita a qualcuno o morire è una cosa normale, se c'è un motivo valido."

NUMERO PAGINE: 343.
GENERE: Autobiografia.
PRIMA EDIZIONE: 2009.

Libro che chiude la terza turnazione del circolo, proposto da Arianna.
Definirei questo libro interessante e intenso. La cosa che stupisce è che la storia è tutt'altro che di fantasia, infatti in queste pagine è descritta e raccontata l'adolescenza di Nicolai.

TRAMA:
Nicolai è un ragazzo cresciuto in mezzo a criminali siberiani. Può sembrare una contraddizione ma ha così sviluppato un'educazione siberiana. I ragazzi che fanno parte del clan di Fiume Basso, infatti vengono cresciuti con l'idea che uccidere qualcuno, sempre che il motivo sia valido, sia una cosa normale. Vengono istriuti all'arte del coltello, a come tenere una pistola in mano e a come usarla, a rispettare gli adulti e gli anziani criminali. Viene insegnato loro a come parlare con le persone in base alla loro scala sociale, a essere bravi con i tempi dei dialoghi a come nascondere attraverso delle metafore quello che vogliono dire.
Nicolai ci trasporta in tutte le risse che ha dovuto affrontare nella sua adolescenza, a tutti gli insulti che ha vendicato con il suo coltello e alle imboscate che ha subito e dalle quali è sempre uscito, in qualche modo. Leggiamo anche di come ha appreso l'arte del tatuaggio e dei suoi segreti celati nei disegni... Questo libro si conclude quando Nicolai viene arruolato dai militari russi. Non in modo volontario...

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