"Chiunque lo leggesse penserebbe, con un po' di frustrazione: dov'è? Dove si è diffuso? Quanto tempo ti resta?
Io avrei la risposta pronta, se scegliessi di rispondere.
Questo non è un libro sul morire. Questo è un libro sulla vita."
NUMERO PAGINE: 280.
GENERE: Romanzo.
PRIMA EDIZIONE: (Frassinelli) 2013.
TRAMA:
Questa è la storia di una donna, di sua figlia e della cucina. Ovviamente è anche la storia della malattia della donna e della loro famiglia.
La donna in questione è indiana e racconta come la sua vita sia cambiata dopo aver scoperto di essere malata di cancro. Di come i suoi rapporti con la figlia siano diventati più stretti, e di come questa eviti sempre le discussioni per poter star tranquilla con sua madre.
Decide, anzi di dover imparare da sua madre a cucinare. E' così che comincia a tenere un diario, documentato da fotografie, sulla cucina indiana dettata e insegnata direttamente da sua mamma. E' come voler tener viva la tradizione dell'India, della sua famiglia attuale e dei suoi avi, anche in America, terra in cui i genitori molto giovani si sono trasferiti, nonostante tutto.
Il mio commento:
Nonostante sia un romanzo, mi ha rallentato. Non credo sia per il tema pesante della malattia, né per i continui rimandi alla cucina indiana, che anzi mi allettano soprattutto perché, in questo libro, si enuncia chiaramente che le ricette sono spesso vegetariane. Ma per l'incompletezza delle cose.
La malattia appena accennata, una fugace occhiata al passato dei protagonisti, una veloce incursione nel mondo della cucina, che avrei preferito molto più approfondita. L'unico rapporto che forse è descritto con un pochino più di completezza è quello tra madre e figlia. Ma anche in questo caso, forse si poteva fare di più.
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