martedì 13 giugno 2017

"L'innocenza" - Tracy Chevalier

"Jem Kellaway guardava inorridito i passanti che frugavano spudoratamente fra le cose della sua famiglia. Era umiliante. Seduto sul carro in quella strada gremita, osservava la gente curiosare fra le loro masserizie. Non aveva mai visto tanti sconosciuti in una volta sola: al suo villaggio del Dorsetshire l'arrivo di un viandante era un evento di cui si parlava per giorni."

NUMERO PAGINE: 360.
GENERE: Romanzo storico.
PRIMA EDIZIONE: Neri Pozza Editore - 2007.

TRAMA:
Dopo aver vissuto tutta la loro vita nelle campagne del Dorsetshire, la famiglia Kellaway, si trasferisce a Londra.
Le motivazioni sono due: il padre di famiglia, costruttore di sedie, è stato ingaggiato per una grossa commessa da Philip Astley, proprietario del celebre circo, inoltre uno dei loro figli, Tom, è morto dopo essere caduto da un albero nella loro campagna e la madre vuole cercare pace lontano da quella terra che gli ha strappato prematuramente il figlio.
Arrivati a Londra sono fortemente destabilizzati dal gran caos in cui si trovano, certamente molto diverso rispetto al Dorsetshire.
Sbalzati nella nuova realtà cittadina, i Kellaway, si ritrovano in balia del folle circo Astley, della frenetica Londra e del loro nuovo vicino di casa: niente di meno che William Blake.

Il mio commento:
Penultimo libro di questa scrittrice che mi mancava da leggere, poi potrò dire di averli letti tutti (fino, ovviamente, alla prossima uscita letteraria).
Rispetto ad altri libri che avevo già letto, ho trovato che in questo il ritmo narrativo sia più sostenuto e la trama molto più incalzante. Le luci sono puntate sui personaggi principali che vengono costruiti bene e con dei tratti psicologici convincenti.
Poca l'attenzione, invece, su quello che fu William Blake, che anche se viene incluso nella narrazione non è un personaggio di spicco.
Adoro poi il periodo storico in cui si ambienta il libro (anni '90 del 1700) e il luogo.

Devo ammettere che tra i molti libri della Chevalier, che ho letto, questo è forse l'unico che insista in particolar modo sui personaggi e non su ciò fanno o sulla loro rilevanza storica, per me è una buona cosa, non un deterrente. Anzi. Costruire dei personaggi che non sono veramente esistiti, dargli una vita normale ma straordinaria nella loro quotidianità, è ciò che più mi piace trovare.
Non è forse la vita di ognuno di noi normale ma con dei picchi di splendore?

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